Torre del Greco. Venduti all’asta un immobile di prestigio in via Crispi a Napoli e alcuni terreni a Roccaraso: in arrivo altri 6,6 milioni di euro per gli ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione. Una doppia «vittoria» per le vittime del grande crac all’ombra del Vesuvio perché l’incanto si è chiuso con un guadagno di circa un milione rispetto alle iniziali aspettative e perché a mettere le mani sulle proprietà strappate alla società di fatto messa in piedi dagli armatori-vampiri delle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo non è stata la holding riconducibile – secondo la segnalazione della curatela fallimentare della Sdf al giudice delegato Anna Laura Magliulo del tribunale di Torre Annunziata – al fallito Angelo Della Gatta.
Attesa per il riparto
Dopo il primo round andato in scena lo scorso anno, la gara al rialzo è stata aggiudicata – in via provvisoria, in attesa della liquidazione del saldo – a una società di Milano, la prima a presentare un’offerta per l’acquisizione dell’immobile di prestigio in via Crispi a Napoli e di alcuni terreni a Roccaraso, rinomata località turistica dell’Abruzzo. Rispetto all’offerta messa nero su bianco a giugno del 2023 – quattro milioni e 600.000 euro per la Via Crispi e 900.00 euro per la Marter, in tutto 5 milioni e 500.000 euro – la società di Milano, complice le «mire» della holding riconducibile all’armatore-vampiro, si è vista «costretta» a mettere sul piatto un ulteriore milione di euro e spiccioli per portare a casa l’incanto. Entro i prossimi 30 giorni, la società di Milano dovrà completare la procedura di pagamento per portare l’aggiudicazione provvisoria alla firma dei contratti di vendita. I soldi incassati per le società via Crispi e Marter finiranno nel «salvadanaio» destinato all’esercito di 13.000 vittime di risparmiatori travolti dal fallimento da 800 milioni di euro della Deiulemar compagnia di navigazione. Come collaudata prassi, la curatela fallimentare guidata dall’avvocato Antonio De Notaristefani di Vastogirardi punta a raggiungere – viste le spese legate alle procedure per la ridistribuzione dei soldi ai risparmiatori – la somma di 10 milioni di euro per procedere a un nuovo riparto. La prossima occasione per provare a rimpinguare il tesoretto destinato alle vittime degli armatori-vampiri potrebbe essere rappresentato dalla chiusura della estenuante trattativa con i falliti per cinque trust esteri. Poi resterebbe in piedi solo il contenzioso – alla battute iniziali – relativo alle fiduciarie.
Il sospiro di sollievo
La fine della vicenda legata all’immobile di prestigio di via Crispi a Napoli e ai terreni a Roccaraso è stata accolta con inevitabile soddisfazione dagli ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione. Evidentemente infastiditi dall’ipotesi di vedere la holding legata al fallito Angelo Della Gatta rimettere le mani su alcuni beni (faticosamente) strappati agli armatori-vampiri. Il campanello d’allarme – come riportato da Metropolis Quotidiano – era suonato il mese scorso, quando la curatela fallimentare della Sdf segnalò al giudice delegato Anna Laura Magliulo del tribunale di Torre Annunziata e al comitato dei creditori la presenza di una offerta superiore ai 5 milioni di euro presentata da una società con capitale sociale di 10.000 euro e riconducibile a Maria Palomba. Ovvero la regina delle farmacie del Vesuviano, già in passato moglie di Nazario Matachione e da tempo legata al «fallito» Angelo Della Gatta. Successivamente la holding legata all’armatore-vampiro era stata ammessa alla gara, ma non è riuscita a portare a casa l’incanto. Anzi, l’unico «risultato» ottenuto dalla imprevista interferenza è stato l’aumento di un milione del prezzo dei due beni, a tutto vantaggio delle tasche degli ex obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione.
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