La Campania è la prima regione per export nel Sud del Paese e la settima a livello nazionale. E’ quanto emerge dalla scheda regionale di Sace sull’eport relativa alla Campania. Dal rapporto, presentato ieri, si annota che la Campania ha un valore delle esportazioni pari al 3,5 per cento del totale in Italia. Attualmente la regione conta oltre 367mila imprese attive, di cui circa 16mila piccole e medie imprese. Tra le città campane, primeggia Napoli che – secondo l’analisi di Sace – è la prima provincia per export regionale, avendo esportato beni per un valore di circa 14,4 miliardi di euro (pari al 65 per cento del totale), seguita da Salerno con 3,8 miliardi di merci esportate. Nel 2023 le vendite oltreconfine di beni campani hanno raggiunto un valore pari a 22,1 miliardi di euro, registrando un aumento del 28,9 per cento rispetto all’anno precedente. La farmaceutica è diventata il primo settore di export avendo raddoppiato il valore esportato a oltre 6 miliardi di euro, grazie all’ottima performance delle vendite di farmaci della provincia di Napoli. Le esportazioni di alimentari e bevande hanno registrato una crescita del 6,1 per cento, trainata in particolare da frutta e ortaggi e prodotti delle industrie lattiero-casearie. I mezzi di trasporto hanno continuato la loro espansione sui mercati internazionali con un forte rialzo dell’export del 63,7 per cento, da rimandare in particolare al forte rialzo delle vendite di autoveicoli (+143,4 per cento). In aumento anche le vendite di tessile e abbigliamento (+5,3 per cento) e apparecchi elettrici (+47,2 per cento), mentre sono risultate in calo quelle di prodotti in metallo (-10 per cento) e prodotti agricoli (-3,9 per cento). A livello territoriale, Salerno si conferma la prima provincia della Campania per l’export di alimentari e bevande, seguita da Napoli. Quest’ultima è invece al primo posto nelle vendite oltreconfine di articoli farmaceutici, avendo esportato quasi 6 miliardi di euro. In particolare, le esportazioni delle conserve di Salerno nel 2023 hanno proseguito la loro crescita. Sia i prodotti alimentari che l’abbigliamento di Napoli hanno continuato a registrare un buon andamento, così come la mozzarella di bufala di Napoli, Salerno e Caserta. Svizzera, Stati Uniti e Germania si sono confermate le prime destinazioni dell’export della Campania, accogliendone il 44 per cento. La Svizzera è risultato anche nel 2023 il primo mercato di sbocco, avendo raddoppiato il valore delle merci accolte a oltre 5 miliardi. Tale significativa performance è spiegata dal forte incremento delle vendite di farmaceutica (+109,5 per cento). In aumento anche le esportazioni verso gli Stati Uniti (+53,4 per cento), prima destinazione al di fuori dell’Europa, seguiti da Germania (+26,7 per cento) e Francia (+14,1 per cento). Avanzano inoltre la Turchia (+4,9 per cento) e Polonia (+3,2 per cento), che rientrano tra i primi dieci mercati di destinazione dell’export campano. Tra le geografie più lontane si sono registrati dei significativi incrementi nel valore delle vendite verso Arabia Saudita (+70,5 per cento), Emirati Arabi Uniti (+94,8 per cento), Messico (+29,7 per cento), Colombia (+54,5 per cento) e Indonesia (+111,7 per cento). “Questa giornata è l’inizio di un percorso. Siamo in prima linea con una serie di eventi e iniziative in occasione della giornata nazionale istituita dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Per fare impresa ci vogliono tre cose: coraggio, eccellenza e capacità di innovazione. E di questo abbiamo sentito parlare oggi”. Così l’ad di Sace, Alessandra Ricci, ha commentato l’open day che si è svolto ieri mattina nella sede in Roma, in collegamento con quelle di Milano, Bologna, Napoli e Venezia. Un “ponte digitale” da Nord a Sud per promuovere e far confrontare le eccellenze italiane che si inserisce in “Sace For Made in Italy”, due settimane di iniziative gratuite con il patrocinio del Mimit. Durante la mattinata sono stati approfonditi i contenuti della Where to Export Map, il “mappamondo digitale interattivo” che traccia le vie della crescita per le imprese e le Pmi che esportano e investono nel mondo in circa 200 mercati esteri. La mappa si avvale di un set aggiornato di indicatori che valutano opportunità e rischi (di credito, politici e socio-ambientali). Un contesto in cui l’Ai ha un grande ruolo: per l’ufficio studi di Sace, un Paese che investe in nuove tecnologie e AI per un terzo dei settori e ne incrementa la produttività del 20% genera un effetto moltiplicatore su tutta l’economia dell’1,3% annuo per i primi 5 anni e dello 0,6% nei primi 10. Per un investimento a tutto campo sull’economia di un Paese, l’incremento annuale sarebbe dell’1,5% per circa 10-20 anni. Cruciale anche il tema dei rischi climatici. Per questa ragione, Sace ha lanciato lo strumento digitale “Protezione Rischio Clima”, una nuova polizza che offre alle imprese la possibilità di assicurare terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali contro i danni provocati da calamità naturali. “Nel 2023 abbiamo supportato 50mila imprese, 45mila Pmi, generando un impatto di circa 150 miliardi di euro – ha affermato Ricci – Solo attraverso connessioni con il mondo delle imprese possiamo incrementare l’impatto che abbiamo sull’economia”. Ciò che sta generano anche grandissimi profitti dunque è la capacità imprenditoriale delle piccole e medie aziende che, in questo modo, sono anche capaci di generare redditi in zone per certi aspetti ancora molto depresso economicamente.
CRONACA
12 aprile 2024
Boom dell’export: la Campania è prima nel Mezzogiorno, settima in Italia