#TORREANNUNZIATA Il centrosinistra a trazione socialista
«Avanti, insieme!». C’è una ventata di socialismo nel claim che apre la campagna elettorale del centrosinistra. E verrebbe da aggiungere, «finalmente», considerando la storia di questa terra, animata e scritta dai pionieri delle battaglie per la conquista dei diritti sociali e civili. Il merito di questo nobile slancio di pensiero è senza dubbio del candidato sindaco Corrado Cuccurullo, che ha voluto apporre un chiaro sigillo ideologico al suo manifesto, e al tempo stesso ha voluto tracciare un solco profondo con un passato nefasto che s’è distinto per cocenti fallimenti e, peggio ancora, per le logiche settarie di chi si è ritenuto, a torto marcio, portatore esclusivo di moralità e buona politica. Una menzogna colossale dentro la quale ha sguazzato il Partito democratico (e prima ancora il Pds e i Ds) che alla prova dei fatti, pur avendo avuto la fortuna di una continuità di governo praticamente ininterrotta dal 1995 ad oggi, non ha avuto né la forza, né le idee, né la rettitudine e né le capacità di cambiare il corso della storia a Torre Annunziata. Il centrosinistra torrese ha quasi sempre sbagliato gli uomini, ha quasi sempre sbagliato le alleanze, il Pd, in particolare, s’è perso nelle beghe, ha bruciato qualche segretario illuminato, qualche direttivo coraggioso e persino qualche amministrazione, scegliendo di sostenere il peggio che la politica cittadina potesse esprimere. Un peggio che purtroppo ancora oggi è in campo, disseminato da una parte e dall’altra degli schieramenti come trappole sulla strada di chi, in un senso o nell’altro, predica il cambiamento. Un caso emblematico su tutti: Agorà, una lista civica legata direttamente all’ex sindaco finito nell’inchiesta della Direzione investigativa antimafia. Il solco che sta tentando di scavare Corrado Cuccurullo è una presa di distanza chiara e netta dalla vecchia politica e da chi l’ha preceduto, da Giosuè Starita e da Vincenzo Ascione, su tutti, che incarnano esempi concreti di amministrazioni eticamente discutibili e oggettivamente fallimentari, finite entrambe sotto la lente delle commissioni d’accesso, responsabili in egual misura della regressione della città sotto il profilo economico e sociale. Corrado Cuccurullo, ha la forza di non appartenere al alcun partito, è il nome nuovo che potrebbe dare una sterzata, ne ha le capacità, ne ha soprattutto la voglia. Ma sa che da solo non basta, che serve una squadra di spessore perché «Torre cambi passo» per davvero, così come urla lo slogan che apre il suo manifesto. Tutto dipenderà dalla libertà di scelta che avrà il professore di economia, e ovviamente tutto sarà determinato dagli uomini che sceglierà di avere accanto, in caso di vittoria, in un’avventura durissima ma affascinante. Gli obiettivi di Corrado Cuccurullo, che questa mattina si presenta ufficialmente alla città, sono chiari e diretti: vuole la rigenerazione urbana, la partecipazione sociale, una visione futura della città, ma sa anche che tra il dire il fare ci sono gli uomini, c’è una squadra affidabile, c’è la capacità di fare sinergia senza lacci con il passato. Una sfida complessa perché, giusto per sbirciare sul tavolo che ha sancito l’alleanza di centrosinistra, ci si imbatte immediatamente in una serie di protagonisti di quel passato nefasto. Lo stesso Antonio Gagliardi, messaggero che s’è fatto carico di diffondere alla stampa il manifesto di innovazione e di cambiamento va annoverato a pieno titolo tra i protagonisti della vita politica e amministrativa degli ultimi trent’anni a Torre Annunziata. Corrado Cuccurullo sa bene che dovrà guardarsi dagli «avversari politici», come si legge nel manifesto, ma sa anche che dovrà essere vigile sugli «alleati». Soprattutto quelli che spingono per aprire le porte alle civiche fuoriuscite o respinte dal centrodestra in nome di un vantaggio aritmetico. Imbarcare Agorà sarebbe un suicidio, imbarcare le altre allargherebbe la coalizione ma aprirebbe il problema della governabilità. Corrado Cuccurullo deve difendere la sua credibilità, i partiti dovrebbero invece avere la maturità di salvaguardare quello che è il valore aggiunto della coalizione. Dovrebbero essere consapevoli di aver avuto la fortuna, più che la bravura, di aver trovaro sulla loro strada un candidato condiviso e autorevole senza il quale avrebbero già sfoderato le baionette per la corsa alle poltrone secondo le solite logiche, le solite trame ordite nell’ombra. Non a caso, né il Partito democratico, né le altre forze della coalizione hanno ritenuto opportuno affrontare in questi lunghi mesi una riflessione profonda che in un contesto politico serio e costruttivo sarebbe stata necessaria all’indomani dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche (il secondo, dopo quello del 1993). La verità è che pochi, per competenza e lucidità, avrebbero avuto la capacità di analisi, e pochissimi avrebbero potuto scagliare la prima pietra. Non è un mistero che il centrosinistra che oggi si aggrappa alla figura immacolata di Corrado Cuccurullo deve fare i conti con uomini, donne e forze politiche che hanno pesanti responsabilità in questo processo di decadimento di Torre Annunziata. Protagonisti che in qualche caso hanno anche supportato con forza e determinazione l’amministrazione di Vincenzo Ascione. «Avanti, insieme!» è dunque un claim che si presta ad una doppia interpretazione soprattutto in vista della composizione delle liste. è affascinante e coinvolgente nel primo termine, può diventare scivoloso nel secondo. La speranza di chi crede nel cambiamento è che quell’«insieme» si allarghi davvero alle forze sane della città, alle persone che hanno a cuore lo sviluppo del territorio, che non resti un’area confinata a chi invece ha sempre dimostrato di amare esclusivamente le poltrone, gli incarichi e i gettoni. La speranza è che il confine di quell’«insieme» diventi talmente ampio da assicurare al candidato sindaco la libertà di scelta nell’interesse dei cittadini. Ecco, la vera sfida che attende Corrado Cuccurullo è questa.