Finisce a processo un 39enne
Va a processo Romeo Ferraiuolo, 39 anni, l’operaio stabiese accusato di aver aggredito un’infermiera al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo durante il suo turno di lavoro. Ieri mattina il giudice delle indagini preliminare del Tribunale di Torre Annunziata, Riccardo Sena, ha emanato un decreto di giudizio immediato a carico di Ferraiulo. Il collegio difensivo composto dagli avvocati Giuliano Sorrentino e Giovanni Sicignano ora dovrà decidere se svolgere il processo avvalendosi del rito abbreviato o di procedere alle fase dibattimentale. Nel primo caso il giudice emetterà direttamente la sentenza di primo grado sulla scorta delle prove fornite dal pubblico ministero. Nell’altro si aprirà, prima di giungere a sentenza, il dibattimento dove la difesa potrà fornire ulteriori prove a sostegno della propria tesi. Ferraiuolo, dopo la ressa in corsia al San Leonardo la sera del 3 gennaio, si diede alla fuga presentandosi poi spontaneamente la mattina dell’8 gennaio al commissariato di polizia di Castellammare di Stabia. L’uomo fu immediatamente preso in custodia e poi arrestato in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare e condotto al carcere di Poggioreale, da dove tutt’ora sta seguendo le fasi processuali che lo vedono coinvolto. Durante l’interrogatorio di garanzia Ferraiuolo, in presenza dei suoi legali, diede la sua versione dei fatti. Il 39enne raccontò di non aver mai sferrato un pugno all’infermiera, in contrasto a quello che sosteneva l’accusa. Ferraiuolo si recò in pronto soccorso la sera del 3 gennaio insieme alla sorella poiché ricoverato lo zio, in quel momento assistito nella sala dei codici rossi. L’uomo, da quello che ha raccontato agli inquirenti, si sarebbe avvicinato ad Anna Procida, l’infermiera aggredita assistita dall’avvocato Adriano Cafiero, poiché stava discutendo in modo acceso con la sorella. Li è partita la rissa con il 39enne che ha riferito di aver colpito involontariamente l’infermiera al volto. L’urto che però causò le lesioni alla donna sarebbe stato un altro, sempre fortuito, anche questo conseguente ad un movimento scomposto nella concitazione del momento, forse sferrato dalla sorella di Ferraiuolo, che ha una placca ortopedica sul braccio. Una versione dei fatti che però è in contrasto con le prove raccolte dalla polizia del commissariato di Castellammare di Stabia – tra queste ci sono anche le immagini della videosorveglianza del pronto soccorso – e con i testimoni ascoltati presenti durante i momenti dell’aggressione. Anche per questo il Tribunale del Riesame respinse l’istanza di scarcerazione presentata dal collegio difensivo, con l’uomo che è rimasto dietro le sbarre senza ottenere nemmeno i domiciliari. Per l’accusa Ferraiuolo ha sferrato un pugno all’infermiera causandogli la frattura dell’incisivo superiore destro mediale, l’infrazione delle ossa nasali, una ferita lacero contusa al labbro superiore ed una vistosa tumefazione al lato destro del volto, una lombalgia post traumatica. Le immagini del volto di Anna Procida, diffuse dall’Asl Napoli 3 sud, fecero immediatamente il giro d’Italia suscitando indignazione tra i sindacati di categoria e i massimi esponenti della politica regionale e nazionale. L’infermiera coraggio, sempre assistita dal suo legale e dalla sorella Mariarosaria, anche lei testimone diretta dell’aggressione, ha raccontato in prima persona l’esperienza che ha segnato la sua vita professionale. A breve potrebbe arrivare già la sentenza di primo grado con l’uomo che rischia una condanna dai 4 ai 10 anni di reclusione per aggressione ad operatore sanitario e lesioni gravi.