«I prossimi anni mostreranno che le nostre vite cambieranno grazie all’intelligenza artificiale. L’archeologia si trasformerà radicalmente ed anche il restauro delle antichità. E sono molto con...
«I prossimi anni mostreranno che le nostre vite cambieranno grazie all’intelligenza artificiale. L’archeologia si trasformerà radicalmente ed anche il restauro delle antichità. E sono molto contento che Pompei sia parte di questo processo, cercando di contribuire in modo produttivo». Il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha parlato nei giorni scorsi del tema dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale, soffermandosi sull’impatto anche in relazione all’archeologia. Il Parco archeologico di Pompei, insieme all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), ha partecipato all’European Robotics Forum 2024 che si è tenuto a Rimini. Nella giornata del 14 marzo si è svolto un interessante confronto sull’uso della robotica e dell’intelligenza artificiale nell’archeologia. Il workshop è stato organizzato da Ferdinando Cannella dell’Industrial Robotic Unit di IIT, Arianna Traviglia del Centre for Cultural Heritage Technology di IIT, Christophe Leroux di ADRA, Alessandra Zambrano del Parco archeologico di Pompei. Ha moderato l’incontro Emanuele Frontoni dell’Università di Macerata. Nello spazio espositivo è stato presentato “Ringhio”, il robot che autonomamente monitora il sito di Pompei. La tecnologia in sperimentazione completa l’innovativa. «Abbiamo più di 13.000 stanze da monitorare e da tenere sotto controllo per il restauro. Questo è molto importante per capire il valore e l’importanza che l’intelligenza artificiale può avere per Pompei, ma penso anche alle migliaia e migliaia di reperti: reperti pregiati, frammenti di ceramica che emergono a Pompei e in molte altre parti d’Italia e del Mediterraneo. – ha evidenziato Zuchtriegel – Tutta questa complessità penso che in futuro potrà essere gestita solo grazie a nuovi modelli di collaborazione e di intelligenza collettiva e parte di questa è anche l’intelligenza artificiale». Nell’ottobre 2023 si è svolta la seconda campagna di indagini dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Pompei. Grazie ad una convenzione di ricerca fra il Parco archeologico di Pompei e l’Istituto Italiano di Tecnologia, è partita l’attività di ricerca per lo sviluppo di un’unità autonoma che sia in grado di monitorare le strutture archeologiche del Parco e di individuarne le anomalie, i difetti e i danni che si palesano tra intervalli di ispezione. Il robot, denominato “Ringhio”, è un prototipo di rover di limitate dimensioni in grado di “navigare” attraverso le strade e dentro le domus di Pompei. Nelle scorse settimane, il direttore Zuchtriegel ha parlato inoltre di «una fase nella quale dobbiamo navigare verso nuovi orizzonti: abbiamo messo alla base del nostro lavoro in questo senso un approccio di urbanisti-ca, applicata a una città archeologica». Una specie di «rigenerazione archeo-urbanistica che allarga lo sguardo dagli aspetti prettamente archeologici e conservativi a una visione urbana e socio-culturale». Attualmente il Parco ha 28 cantieri di restauro, accessibilità e messa in sicurezza in corso, 11 altri sono in fase di avvio, altri ancora in progettazione, per un importo complessivo in programmazione di 100 milioni di euro.