Spari tra la folla, 4 anni e due mesi al figlio del boss Pignataro
Nocera Inferiore/Sarno. Quattro anni e 2 mesi di reclusione a fronte dei 7 e 10 mesi chiesti dal pm Fiorillo per Alessandro Pignataro (figlio del boss Antonio ex Nco e unico killer ancora in vita di Simonetta Lamberti).
Lo ha deciso il Tribunale di Nocera Inferiore a capo di un processo con rito ordinario. Avrebbe fatto parte di un commando a Sarno in estate quando insieme ad altri rimasti ignoti a bordo di una Fiat 500L rubata nel Napoletano, avrebbero speronato una Nissan Qashqai, su cui viaggiavano due persone, un 49enne alla guida e suo nipote. Poco dopo la discesa del più giovane, c’era stata l’esplosione di alcuni colpi di pistola che avevano attinto lo sportello posteriore, lato conducente, ma non il conducente della macchina.
Il gruppo poi fuggì via con la vettura lasciata nei pressi della villa comunale e successivamente a piedi lungo via Nunziante, di qui verso il monte Saretto. Nel video girato da alcuni residenti si erano visti i cinque giovani fuggire e si sentirono le esplosioni di alcuni colpi di pistola. Di quel commando però l’unico volto riconosciuto è stato quello del figlio del boss. Nei pressi del monte Saretto, poco dopo i fatti, i carabinieri avevano fermato Alessandro Pignataro ancora armato di pistola.
Il 31enne nocerino, assistito dall’avvocato Giovanni Annunziata davanti al gip aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere e quindi di non raccontare con chi stava quel pomeriggio di luglio a Sarno, E’ in carcere dall’estate scorsa anche su decisione del Riesame e della Corte di Cassazione con motivazioni rese pubbliche in questi giorni.
Ora di quella sparatoria tra la folla che creò paura e apprensione tra i residenti e le persone che erano in strada (inclusi bambini e anziani) è stato individuato solo il 31enne nocerino condannato a 4 anni e otto mesi. Restano quindi ancora senza un volto e senza un nome gli altri autori del raid (il motivo non sarebbe del tutto emerso anche se nell’immediato si parlò di un regolamento di conti dopo un affronto) perché l’altra persona finita nei guai si è rivelata estranea alle contestazioni. Ora la sentenza a quattro anni e due mesi di reclusione.
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