Il trigesimo di Alfonso Fontana
Motorini, fumogeni, uno striscione recitante la frase di un film gangster, uno spettacolo pirotecnico, impianto stereo a tutto volume con musica trap e neomelodica. Così è stato commemorato il trigesimo della morte di Alfonso Fontana, il venticinquenne stabiese giustiziato a colpi di pistola a due passi dal Palazzo di Giustizia di Torre Annunziata la sera del 7 febbraio scorso. Sono le 18:00 quando alla Chiesa dello Spirito Santo, la parrocchia del Rione dell’Acqua della Madonna, inizia la messa per Fontana. All’uscita un corteo numerosissimo si è fermato a pochi metri dalla chiesa in piazza Fontana Grande. Li è andato in scena il saluto organizzato da persone a lui vicine. Una serie di T-Max ha iniziato a sgasare sul posto, mentre sullo sfondo si sono iniziati ad accendere una decina di fumogeni. Tra il fumo colorato d’azzurro e quello provocato dai fuochi d’artificio si intravede uno striscione appeso al centro della piazza con il volto di Alfonso Fontana e recitante “che tu possa avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle”, citazione celebre del film “Blow”, pellicola che racconta la vita del gangster americano George Jung. Un momento, quello organizzato dai congiunti di Fontana, accompagnato da musica ad alto volume sparata da un impianto stereo molto probabilmente montato il pomeriggio stesso. Ad assistere a tutto questo c’era praticamente mezzo rione dell’Acqua della Madonna che con scroscianti applausi ha accompagnato la cerimonia abusiva organizzata per commemorare la morte di uno dei membri della famiglia da decenni invischiata negli affari illeciti della zona. Una scena inattesa se si pensa che solo tre settimane fa il funerale fu disposto in forma privata dalla Questura di Napoli per problemi di ordine pubblico. Un fatto grave, invece, che accade in una città, Castellammare di Stabia, commissariata per infiltrazioni della criminalità organizzata due anni fa, quindi in conclusione del mandato della triade commissariale, e dove appena una settimana prima si era riunito il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza presieduto dal Prefetto di Napoli, Michele di Bari. Tra i video che circolano sui social non si intravede nelle vicinanze una pattuglia delle forze dell’ordine, fatto alquanto insolito dato che il quartiere è praticamente militarizzato dal giorno dopo il delitto di Torre Annunziata per il pericolo faida. Un’attenzione, quella sull’omicidio Fontana, dovuta al contesto criminale nel quale si inserisce. Per il fatto è stato già arrestato il 52enne Catello Martino, alias o’puparuol, ras del rione Savorito, il quartiere sotto il controllo del clan Imparato. Ma gli inquirenti sono alla caccia dei complici del 52enne, molto probabilmente altri due. Stando alla ricostruzione della Dda di Napoli, Fontana con altri complici, la settimana prima di essere ucciso, eseguì un furto nell’abitazione della figlia di Martino ricavando una refurtiva dal valore, tra contanti e preziosi, di svariate decine di migliaia di euro. Il venticinquenne stabiese è stato poi attirato in una trappola a Torre Annunziata, a pochi passi dal Tribunale, dove ad attenderlo c’era il commando di morte che lo ha freddato tra la folla a colpi di pistola. Dall’8 febbraio, la mattina dopo l’omicidio, i quartieri dell’Acqua della Madonna e del Savorito sono stati militarizzati per il rischio di vendette trasversali. Nel frattempo, mentre le indagini non sono ancora concluse, si è organizzato una commemorazione non autorizzata, partecipata da almeno un centinaio di persone. @riproduzione riservata