Camorra, racket e droga a Scafati: s’arrende il boss Federico
Scafati. Si è costituito presso la caserma dei carabinieri in via Correale a Nocera Inferiore, il boss Dario Federico, ritenuto a capo di un “nuovo clan” a Scafati, finito al centro di un’inchiesta condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Salerno.
L’operazione aveva portato a 36 misure cautelari oltre a degli indagati a piede libero. Il 49enne – originario di Pompei, con «affari» anche nell’area boschese – era in compagnia dei legali difensori Teresa Sorrentino e Francesco Schettino.
Nei prossimi giorni sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari Piero Indinnimeo, in relazione alle accuse mosse. Risponde di una serie di reati, quali associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre che mafiosa.
Stando alle accuse, il suo gruppo criminale si era trasferito dalle zone di Pompei e di Castellammare di Stabia a Scafati, a seguito di un vuoto di potere correlato all’arresto (eseguito nel dicembre del 2021) di presunti esponenti di un gruppo mafioso collegato a vecchi clan (Matrone), acquisendo una supremazia sugli altri gruppi della zona.
Sono stati ritenuti provati dieci episodi estorsivi posti in essere dagli affiliati, tra cui un caso avvenuto all’interno del porto turistico di Marina di Stabia attuato tramite una “stesa” da parte di soggetti arrivati sul posto a bordo di moto di grossa cilindrata. I carabinieri del nucleo investigativo di Nocera Inferiore – insieme al nucleo operativo e ai militari della tenenza di Scafati – erano sulle tracce dell’uomo da tempo, quando era sfuggito all’arresto notificato dal gip del tribunale di Salerno.
L’inchiesta parla di traffico di droga, estorsioni, possesso di armi e ulteriori reati fini, ricostruiti dal sostito procuratore dell’Antimafia, Elena Guarino. Secondo la direzione distrettuale antimafia di Salerno il gruppo poteva disporre inoltre della forza intimidatrice fornita anche dalla disponibilità delle armi da fuoco principalmente approvvigionate da Domenico Tamarisco del clan “Nardiello” di Torre Annunziata e gestiva le piazze di spaccio di Scafati e zone limitrofe, controllando quelle di larga zona del comune dell’Agro nocerino fino ad arrivare a Boscoreale e Pompei, dedicandosi anche ad attività estorsive sullo stesso territorio e nelle zone confinanti.
Intanto tra qualche giorno si va davanti ai giudici del Tribunale della Libertà dopo che il gip del Tribunale di Salerno Piero Indinnimeo ha rigettato gran parte delle richieste di scarcerazione. Dopo l’arresto di Dario Federico si chiude così il cerchio sui latitanti sfuggiti all’operazione dei carabinieri e nel frattempo si indaga sulle persone che avrebbero fornito assistenza allo stesso boss che si è nascosto per oltre due settimane.
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