Un collega le si avvicina, comincia a palpeggiarla nelle parti intime davanti ad altri colleghi che si apprestano a firmare per la fine del turno di lavoro. Lei si ritrae subito e arrabbiata inizia a ...
Un collega le si avvicina, comincia a palpeggiarla nelle parti intime davanti ad altri colleghi che si apprestano a firmare per la fine del turno di lavoro. Lei si ritrae subito e arrabbiata inizia a urlare, chiedendo spiegazioni. L’uomo le chiede scusa e si giustifica dicendo che ha perso le chiavi e le sta cercando. Una risposta che agita ancora di più la donna che decide di andare fino in fondo e denunciare la violenza subita. Una molestia sessuale che si è verificata lo scorso aprile nell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. La Procura della Repubblica di Torre Annunziata (sostituto procuratore Ugo Spagna) nei giorni scorsi ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di un 62enne di Castellammare di Stabia, accusato di violenza sessuale nei confronti di una collega di 45 anni. Entrambi sono dipendenti della cooperativa che si occupa delle pulizie nei presidi ospedalieri e nei distretti dell’Asl Napoli 3 Sud. E le indagini condotte dal commissariato di polizia di Castellammare di Stabia fanno emergere anche il clima di omertà che si vive sui luoghi di lavoro, quando si verificano episodi di violenza nei confronti delle donne. Uno scenario di subcultura spezzato solo dalla decisione della stessa cooperativa che gestisce l’appalto che appena venuta a sapere della denuncia e senza nemmeno attendere l’esito delle indagini, aveva deciso preventivamente di sanzionare il dipendente, destinandolo a svolgere le sue mansioni presso un’altra sede. Per il resto, solo silenzi. La denuncia sporta dalla donna, una 45enne stabiese – che aveva fatto scattare il codice rosso previsto in casi di violenza sessuale – aveva circostanziato i fatti avvenuti lo scorso aprile. Terminato il turno di lavoro, gli addetti alle pulizie si radunano in fila davanti all’ufficio dove c’è un responsabile che raccoglie le firme di uscita. E’ in quel momento che l’uomo – secondo quanto riferisce la vittima – si avvicina a lei e comincia a palpeggiarla nelle parti intime. In quel momento ci sono diversi colleghi radunati davanti all’ufficio e tutti vengono ascoltati successivamente dagli investigatori. Ma i loro racconti sono conditi da tanti «non ho visto» o «l’ho capito solo dopo, quando l’ho sentita urlare» e addirittura «non l’ho sentita lamentarsi». La donna vittima della violenza, invece, non si ferma e sconvolta racconta quanto accaduto ai responsabili dell’azienda per la quale lavora. E sono proprio loro a cercare di tranquillizzarla, avviando una prima indagine interna, che spinge il direttore del personale a disporre il trasferimento presso un’altra sede del lavoratore denunciato per violenza sessuale. Adesso, a distanza di quasi un anno da quella vicenda, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha chiuso le indagini e il 62enne – assistito dall’avvocato Mariano Morelli – adesso potrebbe finire a processo con l’accusa di aver abusato della sua collega.