Castellammare. Le mani del clan D’Alessandro su un’impresa che fa affari con i funerali a Castellammare di Stabia. A sostenerlo è la Prefettura di Napoli che nella giornata di venerdì ha emesso ...
Castellammare. Le mani del clan D’Alessandro su un’impresa che fa affari con i funerali a Castellammare di Stabia. A sostenerlo è la Prefettura di Napoli che nella giornata di venerdì ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti di una società che vedrebbe al suo interno persone legate, anche da un punto di vista familiare, ai vertici dell’organizzazione criminale di Scanzano. La società è finita nella black list della Prefettura e ora toccherà al Comune di Castellammare di Stabia fare in modo che non svolga più la sua attività sul territorio. Il provvedimento interdittivo è stato firmato dal prefetto Michele Di Bari, che ha bloccato anche altre due società edili che però hanno sede legale a Napoli. E’ stata la stessa Prefettura a comunicare la notizia nella giornata di ieri, al termine di una settimana che ha visto i funzionari del Ministero dell’Interno impegnati in un duro lavoro di bonifica sul territorio – in particolare in penisola sorrentina -, che ha riguardato quasi una ventina di imprese, tutte direttamente o indirettamente collegate a clan di camorra. Per quanto riguarda la ditta di onoranze funebri che opera sul territorio stabiese, le informative di polizia raccontano uno scenario piuttosto inquietante. Di fatto sull’affare dei funerali avrebbe messo le mani direttamente il clan D’Alessandro da decenni egemone su Castellammare, dando vita a una nuova società nella quale sarebbero direttamente impegnate persone a processo con l’accusa di associazione per delinquere ed estorsione, assieme a boss e gregari della cosca di Scanzano. Che il business dei funerali faccia gola alla malavita è ormai un risaputo. Si tratta di uno di quegli affari che garantisce guadagni sicuri e favorisce anche un certo controllo del territorio. A Castellammare più volte le società che si sono alternate in questo settore, nel corso degli anni, hanno subito interdittive Antimafia e anche le gare bandite dal Comune per aggiudicare il servizio hanno vissuto percorsi piuttosto travagliati. Sia la commissione d’accesso che s’insediò nel 2009 che quella che arrivò nel 2021 segnalò alcune criticità rispetto agli appalti all’interno del cimitero di Castellammare di Stabia, che in qualche modo hanno contribuito alla decisione di sciogliere il Comune per infiltrazioni della criminalità organizzata. Dopo due anni di commissariamento di Palazzo Farnese, però, ci risiamo. Segno che le organizzazioni malavitose sono ancora forti sul territorio e non vogliono rinunciare alla possibilità di mettere le mani su commesse pubbliche e private. Un monito per un Comune sul quale l’attenzione è altissima e dove, evidentemente, ci sono ancora fili da tagliare per evitare che i clan possano lucrare attraverso l’assegnazione di appalti. Un elemento da tenere in considerazione anche per la prossima amministrazione comunale, che sarà chiamata a opporsi con forza alle organizzazioni criminali per evitare uno scioglimento-bis che farebbe precipitare Castellammare nel baratro. @riproduzione riservata