Posti di blocco e perquisizioni nei rioni Savorito e Acqua della Madonna, decine di carabinieri impegnati a cercare armi e indizi utili per ricostruire l’omicidio di Alfonso Fontana. L’attività d...
Posti di blocco e perquisizioni nei rioni Savorito e Acqua della Madonna, decine di carabinieri impegnati a cercare armi e indizi utili per ricostruire l’omicidio di Alfonso Fontana. L’attività di controllo straordinario del territorio messa in campo dalle forze dell’ordine, infatti, sarebbe collegata proprio al delitto del venticinquenne di Castellammare di Stabia, ammazzato mercoledì scorso in Corso Umberto I a Torre Annunziata. Un’attività che lascia intendere come la pista battuta dagli investigatori sia quella di un delitto maturato negli ambienti della criminalità stabiese. I militari hanno controllato il quartiere dell’Acqua della Madonna, dove da decenni ormai vive la famiglia Fontana, conosciuti come i “Fasano”, a quanto pare con l’obiettivo di trovare armi. Se confermata questa ipotesi, è chiaro che si tratterebbe di una sorta di opera di prevenzione per scongiurare qualsiasi ipotesi di una vendetta che potrebbe innescare un’escalation di violenza. Passati al setaccio anche alcuni palazzi del rione Savorito, alla periferia di Castellammare di Stabia. E anche in questo caso, a quanto pare, gli investigatori sarebbero andati a caccia di armi. I controlli delle forze dell’ordine confermano come le indagini proseguano a ritmo incessante dopo il delitto del venticinquenne stabiese, che è tornato a far crescere la tensione negli ambienti della malavita stabiese. I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno lavorando per chiarire se Fontana avesse subito minacce o avvertimenti, prima di essere ammazzato. Un dettaglio di non poco conto nell’economia di un’inchiesta che ruota attorno al presunto sgarro che il venticinquenne avrebbe potuto compiere nei confronti di personaggi legati alla criminalità organizzata e forse ad altri clan del territorio. Una tesi che sta spingendo le forze dell’ordine a controllare i quartieri più caldi della zona e non a caso nei giorni scorsi sono state eseguite perquisizioni anche alla periferia tra Castellammare e Pompei, oltre che a Torre Annunziata. Un lavoro suffragato dalle immagini dei circuiti di videosorveglianza e dalle chat recuperate dal cellulare della vittima che hanno offerto indizi chiari agli investigatori sui presunti killer e forse anche su chi ha garantito un appoggio ai sicari. Una svolta nell’inchiesta potrebbe arrivare da un momento l’altro, perché l’obiettivo della Direzione Distrettuale Antimafia è quello di assicurare il prima possibile i killer alla giustizia. Una risposta immediata da parte dello Stato che potrebbe evitare anche una possibile escalation di violenza in un territorio che è tornato a temere il rischio di una faida. @riproduzione riservata