Per settanta minuti ed oltre lo hanno sentito urlare e guidare i suoi compagni. Ludovico Del Sorbo è il numero uno del Sorrento che la scorsa settimana ha espugnato il Partenio di Avellino riuscendo ...
Per settanta minuti ed oltre lo hanno sentito urlare e guidare i suoi compagni. Ludovico Del Sorbo è il numero uno del Sorrento che la scorsa settimana ha espugnato il Partenio di Avellino riuscendo a vincere per 1-0 pur giocando in dieci uomini per un tempo e mezzo. Del Sorbo, ormai tutti vi accreditano come la grande sorpresa del campionato insieme alla Juve Stabia capolista: come state vivendo questo momento? «E’ chiaro che viviamo questo momento con gioia per il percorso che stiamo facendo che ci ha proiettato nei play off. Ma sempre con l’attenzione che serve in allenamento come ci chiede mister Maiuri. Senza, dunque, cullarci sugli allori e non fare l’errore di sentirci forti e dunque di sottovalutare anche le altre squadre. Lavorare duro sin dall’inizio è stato il nostro obiettivo e ora non vogliamo certo fermarci». All’inizio avete avuto qualche risultato negativo, poi avete iniziato a correre e non avete alcuna voglia di fermarvi a quanto pare. «Sin dall’inizio abbiamo sempre seguito ciò che ci diceva mister Maiuri. Ma essendo una squadra, con molti giovani e con poche figure d’esperienza in Lega Pro, partita dopo partita, siamo riusciti a mantenere il risultato. All’inizio forse spingevamo troppo e non eravamo capaci di gestire quei momenti di sofferenza che, nel corso di una gara, è normale possano capitare». Lei ha già citato mister Maiuri: quanto è importante la sua esperienza, il suo carisma e la sua capacità nei risultati del Sorrento? «Il mister è un punto di riferimento di tutta la squadra. Un grande condottiero, tiene lo spogliatoio sempre anche quando deve alzare la voce. Ma quando si deve scherzare e sdrammatizzare lui c’è sempre. E’ molto merito suo se quest’anno stanno arrivando questi risultati». Ritornando alla sfida con l’Avellino che vi ha fatto guadagnare anche molti titoli su siti e giornali sportivi, come la vede a distanza di qualche giorno? «L’espulsione, arrivata così presto, ha demoralizzato un po’ tutti. Ma siamo riusciti a tenere botta e abbiamo fatto una partita da grande squadra. Giocare settanta minuti con l’uomo in meno, ad Avellino, contro quella che è una corazzata attrezzate per vincere il campionato non è stato semplice. Ma nel secondo tremo eravamo precisi, abbiamo concesso pochissimo e abbiamo sfruttato l’occasione che ci è capitata alla perfezione». In tutto ciò, però, voi siete costretti a giocare le gare in casa a Potenza. Una stagione intera senza pubblico. Si chiede mai che campionato poteva essere giocando davanti ai vostri tifosi almeno le gare in casa? «Certo che ce lo chiediamo tutti. E magari sarebbe stato ancora un altro campionato. I tifosi del Sorrento al Campo Italia, anche negli scorsi anni, sono stati eccezionali. Ma noi non possiamo che ringraziare quelli che ciò seguono sia quando giochiamo a Potenza le gare casalinghe, sia quelle che giochiamo in trasferta, sobbarcandosi viaggi e spese solo per la passione della maglia rossonera». Lei è un giovane ma sicuramente avrà dei punti di riferimento. Qualche portiere del passato o del presente a cui vorrebbe assomigliare. «Per quelli della mia generazione il punto di riferimento è sempre stato uno: Gianluigi Buffon. L’ho guardato, l’ho studiato e credo davvero sia in generale il numero uno al mondo. Però per le caratteristiche che ho ci sono anche molti altri portieri a cui mi ispiro: penso a Ospina che giocava nel Napoli o a Sommer dell’Inter» Lei è di proprietà della Juve Stabia, stabiese di nascita e figlio del vivaio gialloblù. Come giudice il campionato della Juve Stabia? «Ovvio che da stabiese la Juve Stabia in testa faccia piacere. E diciamo che la nostra vittoria a Sorrento ha fatto gioire sicuramente molti miei concittadini. Però io penso al Sorrento e a questo campionato da continuare nel migliore dei modi».
Eugenio d’Amora