Torre del Greco, abusi sul nipotino: i retroscena delle violenze-shock dello zio orco
Torre del Greco. Abusi sessuali filmati con lo smartphone: resta in cella lo zio-orco accusato di violenza ai danni del nipotino. è il primo «verdetto» dell’inchiesta shock condotta dal pubblico ministero Matteo De Micheli sull’orrore andato in scena in un’abitazione della periferia cittadina: a 72 ore dall’arresto, C.A. – disoccupato di 36 anni, assistito dall’avvocato Tommaso Ciro Civitella – è comparso davanti al gip Riccardo Sena del tribunale di Torre Annunziata per l’interrogatorio di garanzia. Un faccia a faccia andato in scena in carcere a Poggioreale e concluso con la conferma della misura cautelare a carico dell’uomo, rinchiuso nel padiglione Venezia della casa circondariale intitolata a Giuseppe Salvia.
L’ipotesi del Riesame
Per provare a ottenere (almeno) il beneficio degli arresti domiciliari la difesa dello zio-orco potrebbe a breve presentare ricorso al Riesame per provare a «contestare» il pericolo di reiterazione del reato – l’ultimo episodio di violenza sarebbe avvenuto a maggio del 2022, quando i genitori della vittima presentarono denuncia ai carabinieri della caserma Dante Iovino – e per provare la «ridotta» capacità di intendere dell’indagato.
I retroscena shock
Dopo l’interrogatorio di garanzia sono emersi ulteriori agghiaccianti retroscena delle indagini inizialmente affidate al pubblico ministero Alessandra Riccio e poi «trasferite» all’attuale titolare del fascicolo. Le violenze – secondo l’ipotesi avanzata dalla procura – sarebbero iniziate quando la vittima, oggi undicenne, aveva solo 7 anni. L’orrore sarebbe avvenuto in un appartamento della periferia cittadina, dove il disoccupato vive insieme alla madre: in diverse occasioni, l’uomo avrebbe costretto il nipotino a scattarsi foto e video del fondoschiena – materiale pedopornografico successivamente trovato dagli investigatori all’interno dello smartphone sequestrato al trentaseienne – e avrebbe palpeggiato il fondoschiena del minorenne, infilando una mano all’interno dei pantaloni. In almeno tre occasioni, poi, lo zio-orco si sarebbe spinto ancora oltre e avrebbe costretto il nipote a molestie e violenze. Un quadro a tinte fosche scoperto dai genitori della vittima nella primavera del 2022, quando il trentaseienne avrebbe voluto allargare i suoi «giochi erotici» anche a un amichetto del nipote. Proprio la vittima trovò il coraggio di raccontare tutto ai genitori, pronti a propria volta a presentare denuncia ai carabinieri.
Le indagini
Le indagini scattate a Torre Annunziata furono inizialmente trasferite – all’esito degli accertamenti sullo smartphone di C.A. – alla procura di Napoli nell’ambito di un’articolata inchiesta sul fenomeno della pedopornografia. Poi il «ritorno» a Torre Annunziata e – a un anno e mezzo dalla denuncia – l’arresto dello zio-orco. Una «distanza temporale» tra denuncia e misura cautelare su cui, adesso, la difesa di C.A. potrebbe puntare per provare a ottenere (almeno) gli arresti domiciliari per lo zio-orco della periferia cittadina.
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