Faida degli anni Ottanta a Torre del Greco: in carcere il killer-pentito
Torre del Greco. A cento giorni dalla sentenza definitiva con cui gli ermellini della suprema corte di cassazione hanno scritto la parola fine alla saga giudiziaria per la faida di camorra andata in scena all’ombra del Vesuvio a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, si riaprono le porte del carcere per il killer-pentito Antonio Quartuccio. L’ex bocca di fuoco del clan guidato da Eugenio Gargiulo – alias Gegé, successivamente passato a collaborare con la giustizia – dovrà scontare nove anni di reclusione per gli omicidi commessi durante gli «anni di piombo» a Torre del Greco.
Il personaggio
Antonio Quartuccio eseguì la sua prima condanna a morte a soli 19 anni, il 24 febbraio del 1991. Fu lui – secondo la ricostruzione degli investigatori – a premere ripetutamente il grilletto contro Giovanni Tarallo (cognato del boss Giuseppe Cascone, noto come Zì Peppe, ndr) e a crivellare la vittima con una raffica di colpi mentre viaggiava in sella alla sua moto. Così si conquistò immediatamente la fama di spietato killer del clan Gargiulo, all’epoca in lotta con la colonna del clan Gallo di Torre Annunziata che si era trasferita nella città del corallo. Una fama confermata il giorno di Ferragosto dello stesso anno, quando il baby-sicario entrò nuovamente in azione – insieme a Giuseppe Ecuba e Giorgio Langella – per uccidere Gerardo Borriello, esponente di spicco della cosca avversaria. Due bagni di sangue che fecero del pluri-pregiudicato di San Giuseppe alle Paludi un uomo di fiducia del boss. Poi gli arresti e i lunghi anni di reclusione, la collaborazione con la giustizia e il ritorno in libertà. Dopo essere stato scarcerato il quarantenne si era «riciclato» come parcheggiatore abusivo all’ingresso del cimitero, ma i processi aperti anche grazie alle sue dichiarazioni erano andati regolarmente avanti.
L’ultimo verdetto
Già a dicembre del 2016 la corte d’assise di Napoli aveva stangato il killer-pentito con 9 anni di reclusione, successivamente confermati dalla corte d’assise d’appello di Napoli a settembre del 2022. Nei mesi scorsi, l’ultimo verdetto dei magistrati del Palazzaccio di Roma, pronti a respingere i ricorsi di quattro protagonisti di primo piano della «guerra» tra il clan Gargiulo e il clan Galliano. Gli ermellini hanno definitivamente condannato a 11 anni di carcere l’ex padrino Eugenio Gargiulo – beneficiario degli «sconti» previsti per i pentiti – e a 12 anni di reclusione al fratello Patrizio Gargiulo, ugualmente passato dalla parte dello Stato. E poi, appunto, nove anni di cella per Antonio Quartuccio e per l’altro sicario dell’organizzazione criminale Amodio Malvone.
L’esecuzione pena
La sentenza è stata eseguita a inizio settimana dagli agenti del locale commissariato di polizia: Antonio Quartuccio è stato rintracciato presso la propria abitazione e – una volta espletate le formalità di rito presso gli uffici del’ex questura di via Sedivola – poi accompagnato dietro le sbarre del carcere. Dove dovrà rimanere per i prossimi 9 anni, per chiudere i conti con il suo passato da protagonista di primo piano della sanguinaria faida di camorra a cavallo degli anni Ottanta e Novanta.
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