Un regolamento comunale per limitare la discrezionalità dei funzionari sull’aggiudicazione degli appalti, in particolare quegli affidamenti diretti – sotto la soglia dei 150mila euro – ...
Un regolamento comunale per limitare la discrezionalità dei funzionari sull’aggiudicazione degli appalti, in particolare quegli affidamenti diretti – sotto la soglia dei 150mila euro – che erano finiti anche nel mirino della commissione d’accesso, contribuendo a determinare lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata nel 2022.
E’ questa la decisione dei commissari straordinari del Comune di Castellammare di Stabia, che hanno dato regole chiare ai dirigenti, in modo da garantire la necessaria trasparenza e contrastare potenziali episodi di corruzione, che purtroppo non sono mancati nemmeno nella storia recente della città.
Il regolamento è composto da 36 articoli, che rendono più stringenti i criteri di selezione dei fornitori e delle ditte che si assicurano piccoli o grandi commesse pubbliche.
Si parte dal divieto di frazionamento dell’appalto, ovvero l’amministrazione impegna i dirigenti a evitare tanti micro-affidamenti per lo stesso servizio. Per riuscire a evitare il frazionamento degli appalti è «necessario prestare attenzione alla corretta definizione del proprio fabbisogno, in relazione all’oggetto degli appalti, specialmente nei casi di ripartizione in lotti, contestuali o successivi, o di ripetizione dell’affidamento nel tempo», catechizzano i commissari.
Ma non è tutto, perché l’obiettivo della triade guidata dal prefetto Raffaele Cannizzaro è anche fare in modo che si evitino dei veri e propri monopoli, in alcuni settori, con aziende più grandi e strutturate che possano fare la voce grossa quando si tratta di acquisire commesse.
Così, nel regolamento viene esplicitamente chiesto ai dirigenti di individuare nei capitolati requisiti di partecipazione che consentano anche la partecipazione delle micro, piccole e medie imprese «valorizzandone il potenziale».
Particolare attenzione è rivolta al principio di rotazione degli affidamenti diretti. Il regolamento prevede «il divieto di affidamento o aggiudicazione di un appalto al contraente uscente nei casi in cui due consecutivi affidamenti, quello in corso e quello immediatamente precedente, abbiano a oggetto una commessa rientrante nello stesso settore merceologico, oppure nella stessa categoria di opere, oppure nello stesso settore di servizi».
Un modo per evitare che gli appalti vengano affidati sempre alle stesse imprese. Le deroghe possono scattare «solo nel caso in cui venga avviata una procedura aperta – oppure – in caso di contratti d’importo inferiori a 5mila euro».
Nel regolamento viene anche fatta menzione dell’obbligo di verifica delle autocertificazioni prodotte dalle ditte che si assicurano commesse dal Comune di Castellammare di Stabia, proprio al fine di controllare eventuali anomalie da denunciare.
Un regolamento dunque che prova a mettere dei paletti nella gestione di quegli appalti, in particolare gli affidamenti diretti, che potrebbero ingolosire ditte in odore di camorra o che cercano sponde nella pubblica amministrazione per assicurarsi le commesse.