Il 22 febbraio si terrà il secondo tentativo di vendita per il Vesuvian Inn. Dopo il flop all’asta dello scorso 9 novembre risultata deserta, Il valore di stima dell’ex complesso dei Salesiani pa...
Il 22 febbraio si terrà il secondo tentativo di vendita per il Vesuvian Inn. Dopo il flop all’asta dello scorso 9 novembre risultata deserta, Il valore di stima dell’ex complesso dei Salesiani passerà dai 6,2 milioni di euro ai 4,5 milioni, con un ribasso del 25 per cento. Quello del Vesuvian Inn è un complesso immobiliare polifunzionale, realizzato nel 1965, attualmente utilizzato ad attività di studio, laboratori di archeologica e turismo. L’edificio è articolato in quattro corpi di fabbrica principali comunicanti, con ampia area esterna di pertinenza. Inoltre la struttura ospita un hotel e una sala adibita all’organizzazione di cerimonie. In poche parole un vero e proprio motore culturale per l’intera città che in 10mila metri quadrati di superficie sintetizza le potenzialità di Castellammare: grande predisposizione alla ricettività e al turismo culturale. All’interno della struttura, inoltre, si tengono corsi di lingua e cultura italiana, uno di dieta mediterranea e uno di archeologia. Non a caso lo stabile è anche la sede italiana della Fondazione Restoring Ancient Stabiae (RAS), promotrice dei tre corsi. La onlus è stata costituita a Washington Dc nel 2002, su spinta dell’Università del Maryland, nell’ambito di un progetto di cooperazione in materia di beni culturali, nato sotto l’egida del Trattato Internazionale che, in materia, lega USA ed Italia. L’obiettivo sociale dell’ente prevede la realizzazione di un Parco archeologico di circa 60 ettari sul sito dell’antica Stabia che dovrebbe riportare nel loro originario contesto, ambientale e culturale, le grandi e lussuose ville costiere romane costruite tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero in gran parte ancora sotterrate. L’edificio, fino allo scorso 29 giugno di proprietà degli eredi del notaio Spagnuolo, è sotto pignoramento e per questo è finito all’asta per soddisfare i creditori. Sulla vendita nei mesi scorsi si è aperto un dibattito tra la politica stabiese con la sinistra- Democratici e Progressisti e Sinistra Italiana, in testa- che hanno chiesto un intervento della regione per acquisire il bene, e i moderati e la destra che invece sperano in un investimento da parte di un privato per scongiurare il rischio che la struttura diventi, come affermato dal coordinatore del gruppo stabiese di Fratelli D’Italia Michele Aprea, “un nuovo carrozzone clientelare da usare in futuro a scopi politici per piazzare amici e conoscenti e crearsi il proprio pacchetto di voti”. Certamente, e va detto, la destinazione dell’immobile rimarrà sempre ed esclusivamente ad una finalità ricettiva e turistica, ma i rischi di una procedura d’asta per un immobile così grande sono sempre dietro l’angolo. Il primo è quello che le gare d’asta continuino ad andare deserte, come capitato lo scorso 9 novembre. I 4 milioni e mezzo di euro costituiscono un investimento di grande valore su un territorio che attualmente è in sofferenza anche se, con i fondi stanziati dal Comune e dalla Regione, nelle vicinanze del Vesuvian Inn, sorgerà nei prossimi anni la nuova cittadella ospedaliera e si concluderanno i lavori di restauro che stanno interessando tutta la struttura della Reggia di Quisisana. L’altro, e non trascurabile dato, è che sull’affare possa mettere le mani la camorra per acquisire una nuova proprietà – che sorge nel rione Scanzano – da usare nel circuito del riciclaggio del denaro sporco.
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