La campagna di sensibilizzazione del Centro Italiano Femminile
Il nome di Debora D’Aniello per la prima volta compare sul muro del femminicidio allestito nel Circolo della Legalità di Castellammare. Un’iniziativa della sezione stabiese del Cif (Centro Italia Femminile), presieduto dalla dottoressa Pina Scognamiglio, a seguito della notizia rilanciata da Metropolis del femminicidio dimenticato della 17enne stabiese. Una foto di Debora, con una breve descrizione della sua storia, e la data del suo decesso, è stata sistemata tra le centinaia di altre donne che purtroppo hanno avuto la stessa sorte. Il “muro del femminicidio” è un’iniziativa che la sezione stabiese del Cif porta avanti dal 2019 e mira a sensibilizzare tutti sul tema della violenza di genere. Un lavoro portato avanti dalle volontarie che nel 2017 sono riuscite a ottenere anche una panchina rossa in villa comunale dedicata a tutte le vittime dei femminicidi. Nella serata conclusiva della manifestazione, andata in scena ieri, la sezione stabiese del Centro Italiano Femminile ha presentato il libro “Le ragazze del MalEssere”, dell’autrice Laura Cesara Jouakim, aprendo un dibattito alla presenza della dottoressa Marisa di Martino, psicologa e psicoterapeuta, esperta di violenza di genere. Un momento di confronto importante su un’emergenza che sembra senza fine, dati anche gli ultimi episodi di cronaca. Una serata in cui si è tornato a parlare dopo 30 anni anche di Debora D’Aniello, la diciassettenne di Castellammare di Stabia che fu sparata dal fidanzato sul monte Faito il 29 luglio 1993. Una ragazza vittima dell’uomo che avrebbe voluto lasciare, ma che evidentemente non si voleva arrendere alla fine di quella storia e decise di estrarre una pistola per spararle contro due colpi, di cui uno alla testa. Una storia finita nell’oblio per trent’anni a Castellammare di Stabia e di cui oggi si torna a parlare. tv