Il consiglio generale a Castellammare
«Lo stabilimento stabiese di Fincantieri e i suoi operai meritano più attenzione da parte delle istituzioni». È stata una delle principali voci, se non la più forte, che si è alzata ieri mattina dalla sala convegni dell’Hotel Stabia di Castellammare, dove si è svolto il consiglio generale della Fim Cisl di Napoli, a cui hanno partecipato i massimi vertici nazionali, regionali e locali del sindacato. Sviluppo del cantiere, nuove commesse, occupazione, sicurezza, rapporti con le istituzioni e le influenze delle decisioni del governo sul mondo della cantieristica navale, sono stati i temi toccati negli interventi. Assenti, seppur invitati, rappresentanti della Regione, del comune di Castellammare e dell’Autorità Portuale. Un fatto che la dice lunga su quello che sono i rapporti tra le parti in campo nei tavoli riguardanti lo sviluppo del cantiere stabiese. Se da una parte Fincantieri predilige utilizzare la sede stabiese spesso solo come supporto a quelle di Genova e Palermo, dall’altra ci sono le istituzioni, Regione e Autorità Portuale, che tra rinvii di discussioni e cavilli vari, non riescono a trovare un accordo per lo sviluppo dell’area portuale e che renda appetibile per l’azienda veneta investire in un territorio che ancora oggi vive nel suo lento declino. Emblematiche furono appena un mese e mezzo fa le parole del vice presidente della Regione Fulvio Bonavitacola che, intervenuto ad un convegno organizzato dalla sezione del Pd stabiese, accennò a quelli che sono i dialoghi tra la parte pubblica e il colosso della cantieristica, definendo Fincantieri «un sordo che non vuole sentire». Dialoghi che quindi, a quello che sembra, sono in un fase di stallo in un momento cruciale per la storia recente del paese che dall’Europa, grazie all’opportunità dei fondi del Pnrr, sta ricevendo una pioggia di finanziamenti. Un immobilismo del quale a farne le spese è tutto il comprensorio torrese-stabiese e la sua economia. «Ringraziamo l’azienda perché oggi a Castellammare c’è lavoro, ma la differenza non la fa la produzione di uno scafo ma quella del suo allestimento», ha detto Aniello Di Maio, delegato Cisl in Fincantieri, che ha chiesto all’azienda di fornire più commesse per la produzione di navi al completo non limitandosi a quelle relative ai soli tronconi. «Castellammare è un’eccellenza nella cantieristica e merita un’attenzione maggiore, con le istituzioni, Regione e Autorità Portuale, che devono fare la loro parte per definire quelli che sono i progetti che esistono da anni per lo sviluppo dell’area cantieristica – ha continuato Di Maio – La Fincantieri di Castellammare è un’azienda centrale per l’economia locale. Da sola conta quasi 600 dipendenti, con tutto l’indotto quasi 1700. Occorre guardare al futuro per rimanere competitivi nel mercato internazionale». Proprio alla competitività italiana nel settore si è agganciato Gianpiero Tipaldi, segretario generale della Cisl di Napoli: «L’unico modo per essere competitivi sul mercato internazionale è quello di investire sulle competenze – ha detto Tipaldi – Le aziende sul territorio sono rimaste aperte soprattutto grazie all’efficienza e alle competenze dei suoi lavoratori. Sul mercato internazionale l’Italia non può competere con altre realtà sui costi del lavoro, ma deve farlo puntando sulle sue eccellenze e al loro aggiornamento». «Per noi è fondamentale mantenere l’attenzione su questo settore perché può essere prodigo di occupazione. Per riuscire a svilupparlo c’è bisogno di sinergia tra le istituzioni che oggi, con rispetto, hanno declinato il nostro invito», ha detto Massimiliano Nobis, segretario nazionale della Cisl Fim, aggiungendo «sono assenze che oggi pesano – e infine – Per la sua storicità questo territorio merita una maggiore attenzione da parte della politica. Fim Cisl, se ci saranno dei tavoli, c’è, e ci può essere investendo nella formazione professionale che sia al passo coi tempi con il settore». @riproduzione riservata