Dalla scuola della strada, tra porte in faccia e cazzimma, il duo delle Zetas si fa spazio nel panorama musicale contemporaneo con la pubblicazione del primo album: “Didattica”. Nate a cavallo tra...
Dalla scuola della strada, tra porte in faccia e cazzimma, il duo delle Zetas si fa spazio nel panorama musicale contemporaneo con la pubblicazione del primo album: “Didattica”. Nate a cavallo tra i ’90 e i ’00, Annarella e Miriade hanno dovuto imparare a sgomitare in una realtà in cui nulla ti viene regalato ma sei costretto a combattere ogni giorno per realizzare i tuoi sogni. Un posto in cui le opportunità te le devi costruire senza paura di sbatterci la testa e fallire. “Noi nasciamo individualmente, nel 2019 invece ci siamo conosciute a livello musicale grazie al The Square. Nel laboratorio di scrittura rap gestito da un pilastro dell’hip hop salernitano, Tonico 70, che oggi è il nostro producer e manager, ci siamo accorte che avevamo una certa affinità e molti ideali comuni. Zetas ci è sembrata da subito un’idea vincente”. Il nome del duo non solo è un tributo al proprio luogo di appartenenza, la Zona orientale ma è uno stato d’animo. La zeta è l’ultima lettera dell’alfabeto proprio come ultime si sono sentite più volte le due artiste nella loro periferia e nel trovare il loro spazio nel mondo della musica. “Al di là dei numeri per noi la forma più pura della scrittura e di dove vogliamo arrivare sta nel sentirci di aver vinto ogni volta che riusciamo a trasmettere noi stesse, la nostra realtà e i nostri sentimenti. Ci auguriamo di crescere ma ciò che conta è la musica, prima ancora dei click”. “Didattica”, il titolo scelto per il disco, racchiude in sé tutto il messaggio dell’album: “L’allenamento, la costanza e la dedizione sono gli elementi chiave per realizzare i propri sogni. Da qualunque parte del mondo tu venga, che tu sia in un ambiente agiato o più complesso, siamo convinte che con il duro lavoro e la fiducia in quello che si è, il risultato vi raggiungerà e ripagherà dei sacrifici”. Coerenza e convinzione sono state fondamentali per superare gli ostacoli iniziali. A primeggiare nelle periferie difficili infatti, purtroppo è ancora il pregiudizio, l’ignoranza e un radicato maschilismo. “La figura della rapper in Italia e nelle nostre zone è inquadrata in un certo modo. Devi essere carina, cantare il ritornello melodico, apparire e dare un tocco di femminilità in un brano in cui prevale sempre la voce maschile. Noi ci distacchiamo da questo concetto, c’è femminilità anche nel rap fatto in quanto tale da parte di una donna. Quando sei bravo è oggettivo e il successo ma anche le critiche prescindono dal tuo sesso. Una ragazza ha le stesse opportunità e carte in regola per sfondare in questo settore di un ragazzo e noi vogliamo che questo messaggio arrivi al pubblico e scardini il pregiudizio”. Nonostante facciano rap dal 2019, le giovani hanno da sempre sostenuto la cultura hip-hop e la sua incidenza è evidente nel disco che, seppur contemporaneo rivolge uno sguardo alle sonorità del passato per omaggiare la “vecchia scuola” su cui entrambe hanno svolto un profondo studio. “Non siamo contro l’autotune, è uno strumento che può dare valore se utilizzato bene. Il problema è la facilità con cui gli artisti ne abusano. Utilizzandolo nello stesso modo, ad un certo punto le canzoni perdono di identità e si somigliano tutte tra di loro. Non volevamo scadere in questo”. Il brano apripista dell’album, Bomberz, è nato campionando la traccia della colonna sonora di un film del 1979, “I guerrieri della notte”. Film simbolico per Annarella e Miriade perché con Bomberz, così come nella pellicola, hanno formato una crew tutta al femminile come simbolo di unione ma anche di autotutela del genere. Se i testi riguardano tematiche della periferia e i sentimenti della quotidianità, i suoni e gli accenti del dialetto rendono le tracce ricche di espressività e urgenza comunicativa. “La scelta del dialetto è stata spinta in primis da un discorso tecnico. Rispetto all’italiano infatti, riteniamo che sia foneticamente più forte, incisivo e ci aiuta ad essere più istintive nella comunicazione. Nonostante questo, non ci precludiamo la scrittura italiana”. Tanti i progetti in ballo e in continuo aggiornamento le date per le esibizioni future sia in Campania che nel resto dell’Italia. La spinta maggiore, i feedback e i numeri positivi che anche un pò a sorpresa stanno collezionando le due giovani salernitane.