Sotto gli alberi di via Scarlatti, tra negozi e passanti, un ragazzo con la sua chitarra riesce ad incantare Napoli intonando alcune delle più famose canzoni del momento. Ha arrangiato per le sue corde Me staje appennenn’ amò rendendola più romantica e lenta come Napoli. E ancora, ha riscritto il testo di Tango in napoletano attirando l’attenzione di Tananai. È Gabriele Esposito, dalla strada, ad X-Factor e ora al suo secondo tour. «Era una semplice serata tra amici, tra tanti c’era pure Gennaro Scarpato. Con ironia abbiamo iniziato a cantare Tango in napoletano e suonava così bene che abbiamo buttato giù un vero e proprio testo sul primo tovagliolo di carta capitato sotto mano al bar. Abbiamo girato un video e nel giro di qualche minuto è diventato virale sui social arrivando persino a Tananai che a quel punto ha lanciato una challenge: ricantare l’intero testo in napoletano e non solo qualche strofa come abbiamo fatto. Solo dopo abbiamo realizzato un video più studiato ed è diventata una vera e propria cover». Il brano era già ampiamente famoso ma nella versione di Gabriele a Napoli suonava meglio, piaceva di più e ha raggiunto non solo i suoi fan. «Quando le cose vanno bene e crescono, bisogna calibrare il focus su se stessi perchè la sfida principale è superarsi sempre in quello che facciamo». Gabriele ha raggiunto un enorme successo soprattutto per i suoi singoli. L’unica ha raggiunto il quinto posto della playlist Viral 50 Italy, un chiaro segnale che le sue parole siano arrivate al cuore di tutti: «Questo vuol dire che si sta smuovendo qualcosa nell’animo di chi ascolta. Quando uscì il brano, la promozione fatta era totalmente street: abbiamo usato cartelloni, social, la strada, qualcosa alla portata di tutti e che non avesse grandi aspettative. L’unica è diventata un po’ la canzone simbolo dell’amore. È un discorso particolare per questo brano: non puoi aspettarti che tutte le canzoni abbiano la stessa storia, poi quando si parla di amore a Napoli il pubblico sente di più». La sua passione per la musica è quasi genetica: «Sono figlio d’arte, mio padre è tastierista quindi ho sempre respirato musica. I miei genitori si sono separati e forse proprio la sua assenza in casa mi ha avvicinato tanto agli strumenti. Chiaramente da ribelle com’ero e sono ho scelto di suonare la chitarra, così a 12 anni recupero questa chitarra che in realtà era di mia zia, lasciata lì a sè stessa. In quel periodo ero molto influenzato dal pop rock e dall’acustic tipico californiano e ho cominciato totalmente autodidatta. Sentivo la chitarra molto mia quindi ho continuato a provare e riprovare, poi ho deciso di accompagnarla alla voce e fu propria mia zia che 5 anni dopo che mi suggerì di provare le audizioni ad XFactor. Fui eliminato ma il pubblico era contrario e forse questo, oltre alla mia grande passione, non mi hanno mai fatto smettere». Da quel momento per Gabriele sono successe molte cose belle e con X-Factor ci ha anche riprovato, così si è fatto conoscere dal grande pubblico ma il suo cuore lo ha riportato in strada. «È in strada che ho capito davvero cosa significa fare musica, Il mio guru è stato Simone Nannicini che con i suoi 10 anni di esperienza in più mi ha guidato e consigliato ». Che sia in strada o su grandi palchi, come quello del Pizza Village, Gabriele mantiene la sua umiltà e attitudine col pubblico: «Cerco sempre di accorciare la distanza che si crea dal palco. Provo a non far sentire la differenza cercando di essere più umano possibile raccontandomi e parlando proprio come facevo in strada, senza cambiare modus operandi. Chiaramente nel tempo sono migliorato sotto alcuni aspetti e soprattutto nel caso del tour ci sono aspetti tecnici da rispettare che un po’ condizionano l’esibizione, ma questo è inevitabile ». È da poco uscito il suo nuovo singolo Si m’annamor’, un brano leggero e caratterizzato dal suo riff di chitarra: «Sono molto orgoglioso del percorso che ho fatto. Soprattutto dei due tour: il primo seguiva un po’ le ribes anni 70 con un’organizzazione molto elastica a differenza del secondo. So di essere cresciuto tanto anche nella scrittura, questo mi fa capire che tutto sta crescendo organicamente». Non si arresta la sua voglia di fare e fare bene. A chi vuole fare musica dice: «Fate un salto in strada, testate il territorio. Questo, secondo me, è rimasto uno dei veri vanti ed è utile anche per conoscersi. Non bisogna ragionare unicamente su binari convenzionali, le cose che più mi sono riuscite le ho fatte unicamente perchè le sentivo, ci mettevo cuore e anima al posto delle grandi aspettative. Toccare con mano la musica e il cuore delle persone, perciò credo che la strada sia un bel banco di prova e un bel confronto con la realtà.Bisogna schiacciare il pedale della propria follia interna, non fermarsi ai primi no, ai primi ostacoli».
YOUNG
12 ottobre 2023
I segreti di Gabriele Esposito: «In strada ho capito cosa significa davvero fare musica»
A 12 anni inizia a studiare da autodidatta, dopo 5 anni arriva sul palco di X-factor: il grande pubblico lo apprezza, ma il suo cuore resta tra le vie della città