Ercolano. Non siamo (ancora) ai livelli di don Camillo e l’onorevole Peppone – il parroco e il sindaco protagonisti della celebre saga degli anni Cinquanta – ma la «disputa» sulla tassa Nu rischia di infiammare l’estate all’ombra del Vesuvio e scrivere un nuovo capitolo della saga infinita dei rifiuti a Ercolano. Perché a puntare l’indice contro gli aumenti della Tari non sono i «semplici» cittadini riuniti nel comitato civico nato per contrastare i rincari decisi dall’amministrazione comunale targata Ciro Buonajuto bensì il prete anti-veleni don Marco Ricci, noto per le crociate contro le discariche e a difesa dell’ambiente. E ora pronto a invitare la popolazione della città degli Scavi a «una totale, coscienziosa e pacifica disobbedienza civile» in merito al pagamento della tassa Nu.
La protesta social
Il malcontento di don Marco Ricci è stato affidato a una riflessione social pubblicata lo scorso week sulla propria pagina social: «Come può di questi tempi una modesta e onesta famiglia pagare non meno di 600 euro di Tari? Senza considerare le utenze domestiche, il fitto, il mutuo e via dicendo – la premessa del sacerdote della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù -. Leviamo di mezzo le solite chiacchiere su incivili, evasori, inettitudine e incapacità di chi deve controllare e assicurare un eccellente servizio». Un chiaro riferimento al leit-motiv utilizzato dallo storico figlioccio dell’ex premier Matteo Renzi per «giustificare» i salassi in bolletta a carico dei contribuenti, accompagnato da un chiaro invito alla «disobbedienza civile». Ovvero, a pretendere una tassa «equa» per servizi di igiene urbana peraltro mai completamente soddisfacenti. Non solo. A distanza di qualche ora il prete anti-veleni è tornato sull’argomento, raccontando del colloquio con un padre di famiglia con tre figli e un lavoro precario: «C’è gente costretta a fare i salti mortali per cercare di tirare avanti e avere una vita dignitosa e onesta e si ritrova una tassa Nu di 730 euro – si legge nel post pubblicato su Fb -. Ma allora fanno bene quelli che non pagano? No, non fanno bene. Però non è neanche giusto fare pagare agli altri ciò che gli altri non pagano: non esiste».
La rivolta social
Inevitabilmente l’affondo del prete anti-veleni ha rilanciato la battaglia di chi da mesi si batte contro gli aumenti della Tari: «La nostra città continua a essere martoriata e straziata dalla mala politica – la rivolta promossa attraverso i social – Sono 10 anni che la tassa sui rifiuti continua di anno in anno a raggiungere importi stratosferici: a breve in molti dovranno accedere a un finanziamento per pagare la Tari. Non è assolutamente accettabile per una famiglia di 4 persone, in una casa di media grandezza, arrivare a pagare sotto i mille euro».
La replica del sindaco
«Trovo sconcertante che un sacerdote, un uomo che dovrebbe tenere unità la comunità, inviti i cittadini alla disobbedienza civile – la risposta del sindaco Ciro Buonajuto – Accetto qualsiasi tipo di critica, ma trovo sinceramente vergognoso il messaggio di un parroco che mette i suoi fedeli contro il sindaco di una città già complicata come Ercolano».
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