Le ferie estive non frenano l’acceso dibattito sull’autonomia differenziata. Se le posizioni del centrodestra sono chiare e quelle del centrosinistra evidenti, un ruolo decisivo potrebbe ricoprirl...
Le ferie estive non frenano l’acceso dibattito sull’autonomia differenziata. Se le posizioni del centrodestra sono chiare e quelle del centrosinistra evidenti, un ruolo decisivo potrebbe ricoprirlo anche il centro moderato. E le parole di Mara Carfagna presidente di Azione ed ex ministro per il Sud del Governo Draghi, sembrano essere un campanello d’allarme per il Governo. “L’ufficio parlamentare di bilancio ha simulato uno scenario che prevede un’istruzione regionalizzata. La Lombardia potrebbe impiegare per gestire un’istruzione regionalizzata il 10% della propria entrata fiscale, quindi le resterebbe il 90% per finanziare tutti gli altri servizi, la Calabria dovrebbe impiegare il 40% delle entrate fiscali e quindi le resterebbe solo il 60% per altri servizi”. E’ il primo punto analizzato da Mara Carfagna, commentando il disegno di legge dell’autonomia differenziata che comincia il cammino in commissione del Senato. Carfagna, ex ministro per il Sud e la coesione territoriale, a Napoli per partecipare al Forum “L’Italia Mediterranea” indetto dal movimento “Cittadino Sud”, sottolinea che “questi sono dati incontrovertibili e quindi la nostra posizione non è ideologica ma si basa su dati che sono innegabili. Su questo chiediamo una risposta dal Governo. Io non sono contraria all’idea di decentrare alcune competenze vicine a cittadini, ma è un procedimento complesso e delicato che deve rispettare i principi della Costituzione dall’uguaglianza di tutti i cittadini garantendo quindi servizi unfirmi su tutto tertitorio. E lo Stato deve metterci risorse su una strada già tracciata dal Governo Draghi che nel 2021 ha stanziato 2 miliardi per finanziare i Livelli Essenziali delle Prestazioni sugli asili nido, sugli studenti con disabilità e gli assistenti sociali”. C’è poi, secondo Mara Carfagna, un altro aspetto che va evidenziato: Il “secondo principio”, sottolinea Carfagna, “è quello dell’unità e dell’indissolubilità della Repubblica italiana, che non può essere un concetto retorico da declamare con enfasi nei comizi elettorali ma deve essere praticato, realizzato e possibilmente non indebolito né compromesso. Questo significa che determinate materie è giusto che restino in capo allo Stato centrale: l’istruzione, i rapporti internazionali o con l’Unione europea, la produzione e la distribuzione dell’energia, il commercio con l’estero, le grandi reti di trasporto. Uno Stato che rinuncia a queste competenze non esiste più” spiega l’ex ministro. “Pensiamo anche ai disagi per le imprese, che dovrebbero fare i conti con venti diversi sistemi autorizzatori, concessori, normativi, burocratici. Terzo principio, il coinvolgimento del Parlamento, che non può essere marginalizzato, escluso. E invece -ha concluso Carfagna- con la riforma Calderoli il Parlamento viene ridotto a mero organo di ratifica di intese tra Stato e Regioni’’. La Carfagna ribadisce che “un progetto così complesso e così delicato debba necessariamente rispettare alcuni principi che sono scolpiti nella nostra Costituzione e che il ddl Calderoli non rispetta. Il primo di questi principi è l’uguaglianza di tutti i cittadini indipendentemente dal luogo di nascita e di residenza. Il che vuol dire garantire l’uniformità di servizi sull’intero territorio nazionale attraverso non soltanto la definizione ma anche il finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni, altrimenti l’autonomia diventa un affare solo per le regioni ricche”. E precisa: “Noi – ricorda Carfagna – con il governo Draghi abbiamo messo in legge di bilancio 2 miliardi di euro per tre Lep: asili nido, trasporto studenti con disabilità e assistenti sociali”. Quindi un passaggio sulla politica: “Si può essere d’accordo con gli altri partiti di opposizione su questioni specifiche, come essere contrari al disegno di legge di Calderoli o sulla necessità di prevedere un salario minimo. Ma non c’è possibilità di costruire alleanze tra Azione e Pd e M5s” le sue parole nel Forum in cui sono emerse linee comuni con Roberto Fico, garante del M5S a Napoli, sul progetto di autonomia del Governo. “Le differenze di visione – ha sottolineato Carfagna – sono forti sulla politica economica, industriale, energetica, estera. Differenze troppo ampie per una eventuale alleanza, che sarebbe solo un cartello elettorale. Un’alleanza che proprio per le questioni di politica economica, industriale e energetica non è possibile”. In particolare sul dialogo con il Partito democratico, Carfagna sottolinea che “il Pd oggi è favorevole alla patrimoniale e noi siamo assolutamente contrari. Poi un conto è che prevale una certa area riformista dei dem ma ora la vittoria di Elly Schlein porta nel Pd un’anima che non ci rende possibile creare un’alleanza con loro” conclude Carfagna.