Torre del Greco. Non c’è solo il rebus-giunta a scuotere il primo mese di vita dell’amministrazione comunale targata Luigi Mennella. In attesa di annunciare i nomi dei sette assessori del suo primo esecutivo, infatti, il sindaco del Pd ha avviato il confronto con gli alleati per individuare il capo dell’assise cittadina. Non senza contrasti e polemiche, perché il «dialogo» sembrerebbe essere solo sulla carta. In realtà – esattamente come per le nomine della squadra di governo cittadino – il «delfino» dei consiglieri regionali Loredana Raia e Mario Casillo ha già scelto: «Mi serve un uomo di fiducia come presidente del consiglio comunale. Voglio Gaetano Frulio», la fuga in avanti dell’ex vicepresidente di Gori.
La scelta alla Palomba
Stavolta, la decisione – a differenza della linea per la composizione della giunta – non sarebbe stata «pilotata» dai vertici del Pd bensì figlia dello storico legame politico tra i due avvocati. E per «favorire» l’amico arrivato quarto nella lista civica Mennella Sindaco – ultimo posto utile per staccare il pass per palazzo Baronale – il primo cittadino sarebbe pronto a calpestare al primo colpo la «regola della discontinuità» rispetto al passato. «Chi ha ricoperto ruoli istituzionali con la precedente amministrazione comunale non avrà incarichi nella mia squadra di governo cittadino», il patto siglato in apertura di campagna elettorale da Luigi Mennella. Fatta, evidentemente, eccezione per il capo dell’assise. Perché Gaetano Frulio è già stato il (contestato) presidente del consiglio comunale di Giovanni Palomba, eletto grazie ai voti della minoranza e rimasto aggrappato alla poltrona d’oro da 3.700 euro al mese anche dopo il passaggio all’opposizione e la successiva crociata per la sfiducia (poi fallita) allo storico figlioccio della Dc all’ombra del Vesuvio. Insomma, da uomo di fiducia di Giovanni Palomba a uomo di fiducia di Luigi Mennella in meno di due mesi. Non propriamente le premesse «ideali» per chi punta a voltare pagina dopo 5 anni di disastri.
Il regista degli sprechi
Durante il suo precedente mandato alla corte di Giovanni Palomba, il «preferito» di Luigi Mennella come presidente del consiglio comunale si era «distinto» come l’artefice degli sprechi della casta in municipio. Da presidente della commissione affari generale del Comune, infatti, Gaetano Frulio aveva promosso (e fatto approvare) una serie di modifiche al regolamento comunale tra cui l’introduzione della possibilità di cumulare ogni giorno i gettoni di presenza spettanti ai politici. Conseguenza? Lo «stipendio» dei consiglieri comunali è passato da 900 euro lordi al mese a 1.200 euro lordi al mese, ovviamente a carico dei contribuenti. In ogni caso, nulla in confronto ai 3.700 euro al mese destinati al capo dell’assise. Che moltiplicati per 12 mesi e per i 5 anni del mandato potrebbero diventare 222.000 euro lordi. Della serie: «Chi trova un amico, trova un tesoro».
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