Torre del Greco. La débâcle elettorale al ballottaggio rischia di spazzare via un’intera classe politica e di aprire la «stagione dei processi» nel centrodestra. Non c’è solo il commiato di Ciro Borriello – l’ex sindaco ha già annunciato le dimissioni da consigliere comunale e il «ritiro a vita privata» dopo due mandati da primo cittadino e uno da parlamentare – a tenere banco tra gli sconfitti del voto. Perché la vittoria del «campo largo» guidato da Luigi Mennella ha chiuso le porte del Comune in faccia a diversi storici big del centrodestra, alimentando polemiche e proteste sulle (controverse) strategie di Fratelli d’Italia e Lega.
I big fuori dai giochi
A dire addio a palazzo Baronale dopo anni di «onorata carriera» tra gli scranni dell’assise cittadina o dell’esecutivo toccherà a diversi big del centrodestra. A partire dall’ex vicesindaco Antonio Spierto – candidato nel 2018 con Forza Italia e ora con la civica Borriello Sindaco – e dall’ex assessore all’ambiente Cinzia Mirabella, in passato capogruppo dei berluscones in municipio. Entrambi sarebbero rimasti fuori dal consiglio comunale anche in caso di successo di Ciro Borriello – il capitano di lungo corso si è fermato a quota 510 voti, mentre l’ex delegata ai rifiuti aveva raggiunto 546 preferenze – ma con una giunta di centrodestra avrebbero potuto sperare in un «ripescaggio politico». Invece, dovranno restare a guardare da fuori le «evoluzioni» dell’amministrazione comunale costruita sull’asse Pd-M5S. Beffa doppia, invece, per Carmine Gentile e Pasquale Brancaccio: l’ex socialista di corso Umberto I è arrivato a una manciata di voti da quota 700, mentre il politico ultrà – vicino al senatore Franco Silvestro – ha toccato le 650 preferenze. Entrambi, in caso di successo di Ciro Borriello, si sarebbero accomodati senza difficoltà in consiglio comunale e avrebbero rafforzato la presenza del centrodestra all’ombra del Vesuvio. Al contrario, oggi la coalizione di governo nazionale – complice la mancata elezione di Alessia Acampora, moglie di Stefano Abilitato e prima della lista Torre Futura, posizione utile solo in caso di successo al ballottaggio – potrà contare su soli quattro rappresentanti nel consiglio comunale della quarta città della Campania: Alessandra Tabernacolo, l’ex assessore Luigi Mele, il paladino delle periferie Michele Langella – il più votato tra gli aspiranti consiglieri comunali – e Dario Colombo, commissario cittadino degli azzurri. Briciole, alla luce dei risultati ottenuti dal centrodestra in tutta Italia.
L’affondo di Patriarca
Un quadro capace di scatenare le prime proteste all’interno della coalizione, con la deputata azzurra Annarita Patriarca – primo sponsor della candidatura a sindaco di Ciro Borriello – pronta a stigmatizzare la scelta di Fratelli d’Italia e Lega di non sostenere (con i rispettivi simboli) la corsa dell’ex deputato di Forza Italia a palazzo Baronale: «Voglio ringraziare Ciro Borriello per lo straordinario impegno profuso in una durissima battaglia elettorale – la premessa della deputata -. Abbiamo affrontato una sfida difficile, la passione e l’impegno non sono bastati per a impedire che una città strategica come Torre del Greco finisse alla sinistra. Ci dispiace che qualcuno non abbia compreso il valore di questa sfida e non abbia lavorato nella comune direzione di rafforzamento del centrodestra a livello territoriale». Insomma, l’ora della resa dei conti dopo la sconfitta è già scoccata.
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