E’ la notte più attesa. Quella che salvo colpi di scena potrebbe consegnare il terzo scudetto al Napoli. Nessun festeggiamento in albergo o comodi sul divano per la squadra di Spalletti perchè la Lazio batte il Sassuolo nell’anticipo di ieri. Poco male. Stasera a Udine, sospinto da 15mila tifosi azzurri, il Napoli è campione con un pareggio. Sulla vittoria del tricolore nessuno ha mai avuto dubbi. Quello del Napoli è stato un dominio iniziato ad agosto passando per un grande girone di andata in cui gli azzurri sono stati capaci di vincere undici partite di fila fino alla prima battuta d’arresto, a gennaio contro l’Inter a San Siro. Un incidente di percorso nonostante tutti erano pronti a ipotizzare che la squadra di Spalletti potesse avere segnali di cedimento. Non è stato così. Il Napoli si è ripreso alla grande tornando a macinare vittorie e bel gioco. Lo ha fatto sospinto soprattutto da Osimhen e Kvaratskhelia che sono stati autentici trascinatori. I due sono diventati un tandem d’attacco micidiale con pochi rivali in Europa. Contro ogni pronostico il Napoli ha sempre percorso sui pedali con andatura costante toccando dei picchi di libidine. Come la vittoria al Maradona contro la Juventus per 5-1. Una delle serate più belle che fotografano l’annata del Napoli. Una macchina perfetta guidata da Luciano Spalletti dove tutti sono protagonisti in egual misura, persino Alex Meret. Il portiere che in estate era dato in partenza. Sullo scudetto, il terzo della storia, c’è il marchio di tutti i calciatori anche di quelli che pur giocando poco hanno sempre contribuito ai successi. Basti citare Giacomo Raspadori che non ha giocato tanto e che i due gol segnati sono stati pesantissimi. Il primo è servito per battere lo Spezia. Il secondo contro la Juventus è stato quello dell’apoteosi. Quello che ha certificato lo scudetto facendo cadere, ormai, qualsiasi scaramanzia e i freni inibitori di una squadra e di un popolo che sono esplosi nella notte dopo la vittoria all’Allianz di Torino. Quella del Napoli è stata una festa prolungata iniziata il 23 aprile dopo la vittoria con la Juventus proseguendo la settimana dopo prima e durante il derby con la Salernitana, che sembrava poter dare la certezza matematica fino al gol di Dia. Poco importa se i cugini hanno prolungato l’attesa. Questo è lo scudetto delle nuove generazioni. Di un tifo sicuramente diverso ma non per questo meno passionale. Nel 1990 non c’erano i social e, soprattutto, non c’era il campionato spezzatino per cui si viaggiava con le emozioni dirette da uno stadio all’altro in tempo reale. Ma quando sei il vincitore alla fine poco importa se festeggi prima o dopo. Soprattutto quando hai aspettato 33 anni.
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4 maggio 2023
Napoli, ultimi 90 minuti. E poi sarà scudetto