Torre del Greco, Palomba al passo d’addio: «Lascio al mio successore un Comune migliore»
Torre del Greco. è stato alla guida del Comune per 5 anni e doveva essere il «candidato naturale» al bis. Invece, alle elezioni del 14 e 15 maggio, il nome di Giovanni Palomba non ci sarà.
Lei è stato il quarto sindaco della storia di Torre del Greco a completare il proprio mandato elettorale. Perché ha deciso di non ricandidarsi?
Con soddisfazione e con orgoglio giungo al completamento dell’intero mandato alla guida della nostra città. La scelta di non candidarmi nasce dalla considerazione che non bisogna assumere atteggiamenti di accanimento rispetto alle cariche elettive.
Quali sono stati i momenti più belli e più brutti della sua esperienza in Comune?
Il momento in assoluto più bello è stato quello della canonizzazione di San Vincenzo Romano. Un evento che ha davvero unito la nostra comunità. Altri momenti ugualmente piacevoli, sono stati gli incontri con i giovani e con tutti gli studenti del territorio di ogni ordine e grado a cui ho aperto sin dal primo giorno le porte di palazzo Baronale. I momenti brutti: sicuramente, in primis, le due tragedie del 2018, quella di Ponte Morandi e dell’esondazione del Raganello, costate a questa città un tributo umano di cinque vittime. Poi, gli anni difficili della pandemia che hanno letteralmente bloccato la vita pubblica del paese e, non da ultimo, la vicenda dell’hackeraggio che dallo scorso mese di novembre ha rischiato di paralizzare totalmente l’Ente, facendo temere per le stesse elezioni, ma anche qui siamo riusciti a intervenire con efficienza.
Il suo successore cosa troverà in Comune? E quale consiglio si sente di dare al futuro primo cittadino?
Il mio successore troverà sicuramente un contesto diverso da quello in cui mi sono insediato io, già a partire dal passaggio della fascia che sarà fatto da sindaco a sindaco, diversamente da me che l’ho ricevuta da un commissario prefettizio. Non troverà, poi, le criticità emergenziali che ho raccolto nel 2018, per cui ci sono stati anche momenti di tensione pubblica, ma si dovrà cimentare con situazioni di gestione ordinaria. Il consiglio che sento di dare al nuovo sindaco è di provvedere e intervenire sul riassetto e sulla implementazione della pianta organica comunale, rinfoltendo le unità operative.
Alla vigilia della presentazione delle liste già si è alzato il grido d’allarme sul voto di scambio. Lei ha visto diversi esponenti della sua maggioranza essere coinvolti nello scandalo del 2018, finito con arresti e condanne. Che clima avverte in questo momento?
Per la scelta personale di non essere candidato e, per la volontà di tenermi completamente fuori dalla bagarre elettorale, la mia valutazione potrebbe risultare parziale e non del tutto oggettiva. Tuttavia, ritengo ci sia un clima di ordinaria tranquillità.
In estrema sintesi, quale voto darebbe alla sua amministrazione comunale? E perché?
Il voto non devo darlo io, ma lo lascio dare agli altri. Ritengo solo che l’aver puntato a dare stabilità alla città con un governo cittadino giunto al termine dei 5 anni di mandato è – come da Voi prima ribadito – un risultato straordinario, più unico che raro per questo territorio. Un risultato importante che implica necessariamente un equilibrio tra la capacità politica dell’indirizzo e quella amministrativa del governo del territorio.
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