Aumentano le strutture ricettive sul territorio stabiese, oggi sono 160 quelle regolari
Sono 160 le strutture ricettive presenti nel territorio di Castellammare regolarmente registrate, 70 in più rispetto al 2021, più del doppio rispetto al 2019. A fornire i numeri è l’ufficio Suap del Comune di Castellammare che ha pubblicato sul sito istituzionale dell’ente l’elenco completo delle strutture che durante il 2022, e l’inizio del 2023, hanno completato l’iter per ottenere il codice unico strutture ricettive (Cusr). Introdotto con legge regionale nel 2021, la sequenza numerica permette di registrare in elenchi la struttura ricettiva e classificarla alla categoria di appartenenza. Stando alla legge l’ottenimento del Cusr è necessario per operare nel settore turistico. Proprio per questo la statistica non è del tutto indicativa del reale numero di strutture alberghiere ed extra alberghiere presenti in città visto che moltissime altre, completando l’iter burocratico potrebbero aggiungersi all’elenco nei prossimi mesi. Dai portali risultano essere attive in città più di 200 strutture mentre attualmente quelle registrate sono 160 suddivise in 19 alberghi, 50 case vacanze, 54 bed and breakfast, 34 affittacamere, 1 marina resort, 1 casa religiosa e 1 agriturismo. Nel 2021 erano 90, l’estate scorsa erano invece 129 in totale, solo nei primi 3 mesi del 2023 si è registrato un aumento di 15 unità. Un aumento in un anno del 70%. Se invece si prende come riferimento il triennio 2019-2022, considerando quindi la situazione ad un anno prima della pandemia, il dato è praticamente raddoppiato. Un incremento che è giustificato dalla vocazione turistica naturale della città di Castellammare che geograficamente occupa una posizione centrale nella provincia sud di Napoli, che stando alle statistiche risulta essere una delle zona turistiche più ambite della nazione dai villeggianti italiani e stranieri. Castellammare infatti dista a circa 30 minuti di auto da Napoli e Sorrento. Inoltre la vicinanza con Pompei, dove gli Scavi, nonostante un calo rispetto al 2019, risultano essere il secondo sito archeologico più visitato d’Italia, con il Vesuvio e la presenza di mare e montagne rendono la città meta turistica 365 giorni l’anno. Dai dati saltano all’occhio il grande numero di strutture extra alberghiere, in totale 141, molte delle quali, durante il 2020, anno spartiacque e decisivo dell’incremento del fenomeno, erano case sfitte destinate ad uso abitativo. Molti privati negli anni della pandemia hanno deciso di convertire i propri immobili in strutture ricettive puntando sull’incremento dei flussi turistici terminato il periodo di crisi. Una scelta azzeccata, visto il boom di turisti registrato nel 2022 e quello che si prospetta per questa estate dove i numeri già parlano di un ulteriore aumento di presenze, poiché ora i privati si ritrovano il proprio immobile con valore raddoppiato. Un fenomeno che ha totalmente stravolto l’economia della città che si sta evolvendo in città turistica nonostante la politica non sia riuscita a governare questo processo, come si evince dalla carenza cronica di servizi. Dall’altro invece ha messo in crisi il mercato immobiliare. Anche a causa di mancanza di nuovi cantieri di costruzione di edifici ad uso abitativo e l’assenza di case libere, gli affitti a Castellammare hanno raggiunto prezzi da capogiro.