E’ un giorno senza sorrisi ma pieno di lacrime e volti tristi. Persino la campanella ha un suono diverso nel plesso Pitagora-Croce di via Tagliamonte. La morte della docente Iolanda Gentile ha scoss...
E’ un giorno senza sorrisi ma pieno di lacrime e volti tristi. Persino la campanella ha un suono diverso nel plesso Pitagora-Croce di via Tagliamonte. La morte della docente Iolanda Gentile ha scosso tutti. Una tragedia sconvolgente, ancora tutta da chiarire dalla Procura di Torre Annunziata dove è stato aperto un fascicolo di inchiesta dopo la denuncia dei familiari. La donna era stata sottoposta ad un intervento di routine nella clinica di Torre del Greco, ma durante l’intervento le condizioni della donna sono improvvisamente peggiorate, al punto da richiedere il trasferimento d’urgenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare. Quando la cinquantunenne è entrata in pronto soccorso il suo cuore si era già fermato. Per sempre. E mentre si cerca di fare luce sul decesso e capire se ci sono responsabilità mediche a ricordare la prof sono i suoi alunni e i colleghi. Solare, piena di energia e di grande empatia: così ricordano i suoi alunni della classe quinta sezione E, che avrebbero dovuto concludere l’anno della maturità con la professoressa Iolanda Gentile. «Era più di una docente, c’era un rapporto di confidenza tale da raccontarci spesso dei suoi figli, il suo grande orgoglio», a parlare è Roberta Gallinaro. «Questo è stato il nostro terzo anno con la prof. Nonostante i primi due siano stati vissuti a distanza, sin dal primo momento si è instaurato un bellissimo rapporto, quasi materno. Ci raccontava spesso delle sue mille disavventure e nonostante ciò si è sempre battuta per noi con forza e tenacia ed era sempre dalla nostra parte. L’ultima cosa che ci ha detto quando ci siamo salutati prima del ricovero è stata “l’anno prossimo vi rimpiangerò, siete davvero una bella classe”» parole che ad oggi commuovono ancora di più Brunella Sorrentino, legatissima all’insegnante deceduta nei giorni scorsi. «Non c’erano barriere, anzi si mostrava più vera e sincera possibile. Ci voleva molto bene e noi ne volevamo a lei. Questi tre anni trascorsi con lei hanno inevitabilmente segnato le nostre vite: grazie a lei io ho scelto di fare della matematica il mio percorso di vita» conclude. «Io la ricorderò per sempre come Nada: ci conoscevamo da oltre 25 anni, eravamo amici d’infanzia. Le lacrime solcano il viso degli alunni ma anche quella dei docenti, di chi ha lavorato con lei, al suo fianco. C’è chi scorre la chat di whatsapp ricordando le ore prima di quella tragica notizia e chi invece racconta delusa professionalità e dolcezza: «Era dedita al lavoro, forte e capace, è stata di grande ispirazione per noi colleghi ma soprattutto per i suoi alunni», spiega il professore Vincenzo Monaco, professore di Storia dell’Arte. «La sua umiltà e sensibilità l’hanno sempre contraddistinta, era aperta al dialogo e molto comprensiva soprattutto con i suoi alunni, per noi colleghi era e sarà sempre un punto di riferimento» aggiunge la professoressa Mariafrancesca Maviglia, docente di Italiano e Latino.