Scandalo voto di scambio a Torre del Greco, sindaco sotto torchio in tribunale
Torre del Greco. Scandalo voto di scambio, il sindaco Giovanni Palomba per la prima volta davanti ai giudici del tribunale di Torre Annunziata per raccontare la sua verità sulla «turbolenta» campagna elettorale andata in scena a giugno del 2018. Il primo cittadino è stato, infatti, il «testimone eccellente» dell’ultima udienza del processo a carico di Domenico Pesce – noto semplicemente come Mimmo, ex patron della Turris e storico testimonial dell’Unicef – nonché del meccanico Gennaro Savastano e dell’imprenditore Vincenzo Izzo, titolare della pescheria Don Do’ e lo sponsor politico dell’ex consigliere comunale Mario Buono. Sotto i riflettori del collegio presieduto dal giudice Maria Camodeca con a latere i colleghi Enrico Contieri e Gabriella Ambrosino la questione relativa alla (presunta) distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà economica in cambio di voti.
Le accuse di Massella
Il primo cittadino è stato chiamato in aula dalla difesa di Domenico Pesce – rappresentata dall’avvocato Massimo Loffredo – per chiarire le dichiarazioni messe a verbale durante le indagini da Giovanni Massella, figlio del boss Ciro Montella massacrato in un agguato di camorra a marzo del 2003 e capo dei netturbini-precari a caccia del posto fisso nella Nu. In particolare, l’ex testimone di giustizia aveva «confessato» al sostituto procuratore Pierpaolo Filippelli – all’epoca a capo dell’inchiesta, prima di essere trasferito a Napoli – come l’ordine di avviare la distribuzione dei pacchi alimentari fosse stato impartito all’interno del comitato elettorale di Giovanni Palomba. In due diversi interrogatori, tuttavia, Giovanni Massella attribuisce l’ordine una volta al candidato sindaco e una volta a Stefano Abilitato e Simone Onofrio Magliacano. Un’evidente contraddizione su cui la difesa dell’ex patron della Turris ha voluto ascoltare direttamente l’attuale numero uno di palazzo Baronale: «Conosco Domenico Pesce da una vita, siamo praticamente amici da sempre – la premessa di Giovanni Palomba in aula – e durante l’ultima campagna elettorale è stato in mio sostenitore, in particolare durante i 15 giorni precedenti il ballottaggio». Una verità «certificata» da filmati e foto scattate all’epoca, ma completamente «estranea» alla vicenda della (presunta) distribuzione di pacchi alimentari. «Di questa faccenda non sono assolutamente a conoscenza – la netta presa di posizione di Giovanni Palomba -. Non ho mai saputo nulla e non ho mai detto né saputo nulla a riguardo. D’altronde, se fosse successo qualcosa di anomalo, avrei regolarmente sporto denuncia come accaduto per altre vicende».
L’addetta della Onlus
Dopo il sindaco è stata ascoltata la responsabile del Centro Onlus, l’associazione intorno a cui ruota il terzo filone dell’inchiesta sullo scandalo voto di scambio. In aula è stato illustrato le modalità di tracciamento e ritiro dei pacchi alimentari e chiarito come una parte delle provviste sia distribuita per «carità cristiana» a chi si presenta presso la sede dell’associazione in evidenti condizioni di indigenza: «In ogni caso, i pacchi alimentari vengono tutti rendicontati – ha chiarito la responsabile dell’associazione ai magistrati – Abbiamo avuto diversi controlli in passato e non sono mai state rilevate irregolarità. Tant’è vero che la nostra distribuzione prosegue regolarmente e non si è mai fermata». Categorica, infine, la risposta su eventuali «interferenze» di Domenico Pesce sull’assegnazione dei pacchi alimentari: «Non è possibile perché sono l’unica responsabile della procedura, Domenico Pesce si occupa di altre attività».
I prossimi step
A concludere la lunga udienza la deposizione di un testimone della difesa del meccanico Gennaro Savastano – rappresentata dall’avvocato Patrizia Magliulo – accusato di avere aggredito alla vigilia delle elezioni l’ex consigliere comunale Stefano Abilitato e i suoi «galoppini» a caccia di voti in vico Agostinella, serbatoio elettorale di Mario Buono e del suo sponsor politico Vincenzo Izzo alias pisiello. Il processo è stato poi aggiornato a metà maggio – in piena campagna elettorale per la successione di Giovanni Palomba – per ascoltare ulteriori testimoni della difesa. Poi le discussioni di pubblico ministero e difese e la sentenza di primo grado.
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