Lo stravolgimento urbanistico del rione San Marco è la conseguenza del traforo di Varano
Dopo lo sventramento della collina di Varano per realizzare il raddoppio dei binari fino alla stazione di Castellammare Centro, Eav passerà allo stravolgimento urbanistico del quartiere San Marco, con un sottopasso in via Cosenza che dividerà il rione più popoloso della città con il centro. Un’opera invasiva che torna dopo le proteste degli anni scorsi e che ora potrebbe essere necessaria rispetto alla sicurezza della tratta ferroviaria. Che il sottopasso di via Cosenza fosse una conseguenza del traforo di Varano era risaputo già dal 2019, quando il consiglio comunale – con il solo voto contrario del consigliere di Sinistra Italiana, Tonino Scala – diede il via libera all’Eav per la variante del più ampio progetto di potenziamento della tratta Napoli-Sorrento. Eppure, l’allora amministrazione di centrodestra chiese e ottenne che il sottopasso venisse escluso dal progetto definitivo approvato in Conferenza di Servizi, così come si evince dal decreto approvato dallo stesso presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio, il 16 ottobre 2019. Per realizzare il traforo di Varano, dunque, sarà necessario convocare una nuova Conferenza di Servizi e poi che il Comune dia il via libera all’intervento. Una patata bollente che adesso potrebbe finire tra le mani dei commissari prefettizi che si sono insediati a Palazzo Farnese dopo lo scioglimento per camorra. Nel 2017 quando spuntò per la prima volta l’ipotesi del sottopasso di via Cosenza, l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Antonio Pannullo avviò una sorta di ascolto delle associazioni e dei cittadini e fu costretto a registrare una bocciatura unanime per un progetto devastante per il quartiere più popoloso di Castellammare. L’associazione commercianti allora denunciò il rischio della chiusura di almeno una ventina di attività commerciali, perché il sottopasso che comincerebbe quasi all’altezza della rotatoria del viale Europa e terminerebbe nei pressi di via Galeno, andrebbe a tagliare fuori tutti i negozi di quella zona. Per non parlare delle gravi criticità dal punto di vista sociale, come gli allagamenti che rischierebbero di dividere in due la città nei giorni di pioggia o la scarsa sicurezza per i pedoni che dovrebbero percorrere il sottopasso per centinaia di metri prima di raggiungere il viale Europa o viceversa. Uno stravolgimento urbanistico che renderebbe ancor più periferia il quartiere San Marco, andando a replicare il modello dei rioni Savorito e Moscarella che purtroppo da decenni sono un corpo estraneo rispetto alla città. L’ennesimo dazio che Castellammare deve pagare per un progetto calato dall’alto sul quale è risultata ininfluente la politica stabiese, che aveva provato a strappare opere di compensazione che sono rimaste lettera morta. Dall’idea di una metropolitana interna abortita con la mancata riapertura delle stazioni Terme e Pozzano, fino ai parcheggi e agli ascensori che avrebbero dovuto favorire la mobilità interna, passando per i percorsi di collegamento con le ville di Varano. L’ultima beffa potrebbe essere quella della riconversione della tratta della Ferrovia dello Stato, dove i collegamenti con rotaia – che potrebbero essere garantiti con gli innovativi tram-treno – potrebbero essere in realtà realizzati con un sistema di trasporto su gomma da sempre inefficiente sul territorio.