Il deputato di Articolo 1 riporta in Parlamento il caso dello stabilimento di Castellammare
Il caso dello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia finisce sulle scrivanie dei ministri Raffaele Fitto e Matteo Salvini. E’ il deputato Arturo Scotto a porre all’attenzione del Governo la necessità di aprire un dialogo con Regione, Comune, società e organizzazioni sindacali per rilanciare un sito produttivo strategico per il territorio. La questione torna alla ribalta nazionale a causa dell’esclusione del porto stabiese dai finanziamenti del Pnrr. Dei 380 milioni di euro destinati all’Autorità Portuale, nemmeno un euro sarà investito a Castellammare. «Emerge – sostiene Scotto – la mancata attuazione di opere fondamentali per la salvaguardia dell’infrastruttura portuale e delle attività presenti, per la messa in sicurezza, il rilancio e il potenziamento dell’industria cantieristica». Altro tema toccato dal parlamentare è la situazione relativa a Fincantieri e al suo destino. «Castellammare, – scrive Arturo Scotto – colpita fortemente dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, ha le potenzialità e le forze per combattere la criminalità, per aprire una nuova fase di rilancio e di riscatto sociale: il cantiere rimane un presidio produttivo irrinunciabile, anche per creare lavoro stabile e sicuro rivolto ai giovani e la creazione della “Fincantieri Academy” a Castellammare sarebbe sicuramente utile anche in questo senso». Per questo motivo, Scotto incalza i ministri per chiedere se «se il Governo intenda sostenere lo sviluppo del porto di Castellammare». Una mossa quella del deputato di Articolo 1 finalizzata proprio a riaprire la discussione su un tema che sembra essere finito nel dimenticatoio. Se è vero che le commesse assegnate da Fincantieri stanno concedendo una lunga tregua, è altrettanto vero che il mancato finanziamento di opere fondamentali per il suo ammodernamento finiscono per metterne in discussione il futuro. vt