I lavori realizzati nel 2021 non sono bastati ad eliminare il rischio delle contaminazioni
Non sono bastati 120mila euro per garantire la sicurezza dei consumatori di acqua della Madonna e Acidula. Il paradosso è che proprio nei giorni in cui il Comune è stato costretto a incaricare un esperto di Avellino per studiare un progetto capace di escludere, o comunque ridurre entro i limiti previsti, la presenza di Radon nelle acque, è stata pagata anche la ditta che si è occupata dei lavori commissionati nel 2021. Un intervento che – secondo la passata amministrazione – avrebbe dovuto garantire il ripristino della mescita. In realtà, i problemi non riguardavano solo la mancata manutenzione delle tubazioni e dei bocchettoni, come confermato poi dalle successive analisi condotte dall’Arpac e dall’Asl Napoli 3 Sud. Ad oggi, a quanto pare, non è stata individuata ancora la vera causa dell’inquinamento e questa situazione sta cominciando a preoccupare seriamente i cittadini stabiesi, abituati a recarsi alla mescita dell’Acqua della Madonna per riempire taniche e bottiglie da portare a casa. Il commissario prefettizio Raffaele Cannizzaro nei giorni scorsi ha provato a lanciare un messaggio di speranza, sostenendo che il suo lavoro è finalizzato a far sì che l’acqua della Madonna possa tornare ad essere imbottigliata. Ma adesso tutto dipende dal professionista di Avellino, incaricato di mettere su carta un progetto per proteggere le fonti. Difficile per il momento ipotizzare i tempi necessari per la realizzazione l’intervento ed è questo che preoccupa i cittadini a cui già da due anni viene impedito di poter prelevare l’acqua.