Le speranze degli stabiesi per l'anno che verrà: «La nostra città può rinascere con l'impegno dei giovani. Partiamo dalle piccole cose»
«Ci auguriamo di vedere una città più pulita, ordinata e con meno criminalità. I commissari hanno le mani legate e poche responsabilità». E’ questo l’auspicio degli stabiesi per il 2023. Lo hanno detto con il sorriso, nonostante il 2022 sia stato uno degli anni più bui della storia di Castellammare, e soprattutto mantenendo viva la fiamma della fiducia nei confronti di una città che avrebbe tante risorse da sfruttare per costruire un futuro migliore. La villa comunale baciata da una bella giornata di sole e una montagna di turisti e residenti dei comuni limitrofi che hanno deciso – ieri mattina – di fare una passeggiata a Castellammare, sembrano quasi suffragare questa tesi. «Castellammare è una città bellissima e auguro che finalmente queste ricchezze vengano sfruttate – dice Giuseppe Cascone, 63 anni – Spero che si sviluppino più possibilità lavorative per i giovani sul nostro territorio. Si deve cambiare perché Castellammare è una delle perle di tutta la provincia di Napoli». Se qualcuno pensa che gli stabiesi si aspettino grandi opere per cambiare il volto alla città, si sbaglia di grosso. Quello che chiedono i cittadini è la normalità. «Non possiamo dire molto sull’operato dei Commissari – dice Roberto Molinari, 52 anni – E’ una situazione particolare, l’unica cosa che lamento è che la città è sporca. È vero che non possono fare lavori straordinari ma almeno si occupino dell’ordinario. Diano l’immagine di una città quantomeno in ordine. Spero per il futuro che Castellammare diventi una città trainante per i comuni limitrofi. Sant’Antonio Abate, Gragnano, Vico Equense, possono beneficiare della rinascita della nostra città. Economicamente può essere un volano per tutto l’hinterland». La delusione politica è ancora forte dopo l’ultimo scioglimento per camorra e i fallimenti delle precedenti amministrazioni. Ada Gentile, insegnante di 41 anni, cita l’esperienza amministrativa di Bacoli: «Per questa città auguro una rinascita che parta dal basso come avvenuto a Bacoli – ha detto Ada – Se ci sono riusciti a Bacoli, possiamo anche noi. Qui la lotta è più dura, ma le risorse ci sono tutte per ripartire. Sui commissari il discorso è relativo dato che sono dei burocrati. Darei più responsabilità alla cittadinanza e alla classe dirigente della città che dovrebbe darsi una scossa». Tra i tanti fallimenti degli ultimi anni, quello che ha segnato più di tutti gli stabiesi e quello delle Terme. «Mi auguro che riaprano così come le fonti d’acqua, che fino a qualche anno fa erano accessibili – ha detto Marco Cirillo, 26 anni – I commissari non sono del territorio e perciò non conoscono appieno le problematiche. Si stava tentando un buon piano di mobilità su cui ora si è fatto un passo indietro visto che le misure prese stavano aiutando la viabilità cittadina a liberarla dal traffico. Spero per il futuro che si punti di più sui giovani e i vari servizi». (c)riproduzione riservata