Le accuse troppo datate per l'inchiesta Cerbero non hanno portato a ordinanze di custodia cautelare per 35 indagati per estorsioni, droga, armi e riciclaggio
Gli ultimi 6 arresti per camorra del 2022 a Castellammare di Stabia sono stati messi a segno lo scorso 29 novembre, quando la Procura Antimafia – sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri – svelò come il ras del rione Cmi, Antonio Maragas, imponesse il pizzo dal carcere alle vittime. Ma il bilancio dell’anno che si sta per concludere racconta di una dura lotta alla camorra da parte delle forze dell’ordine che hanno eseguito 61 ordinanze di custodia cautelare, alle quali andrebbero sommate gli arresti – spesso in flagranza – per droga che, come dimostrano più inchieste, spesso sono proprio riconducibili agli affari della criminalità organizzata. Non a caso, nell’ultimo anno ad essere colpiti sono stati in particolare i Vitale, ovvero la famiglia dei “mariuoli”, che da decenni ormai gestiscono lo spaccio di stupefacenti nel quartiere Licerta, nel centro antico di Castellammare. Secondo l’Antimafia sono legati a doppio filo al clan D’Alessandro, una tesi suffragata anche dai collaboratori di giustizia, in particolare Pasquale e Catello Rapicano che hanno raccontato i dettagli del business della droga nel centro storico. Il gruppo dei Vitale nel 2022 è stato colpito da 15 ordinanze di custodia cautelare per traffico di stupefacenti e armi, 29 in tutto gli indagati che fanno comprendere anche come l’organizzazione fosse forte da un punto di vista militare. L’anno in corso però ha svelato anche come la camorra a Castellammare abbia cambiato pelle e sia concentrata già da tempo sul riciclaggio dei capitali illeciti, inserendosi in altri affari. Tre ordinanze di custodia cautelare (12 indagati in tutto) hanno colpito il gruppo di Michele D’Alessandro, figlio del boss Luigi, alias Gigginiello, che secondo l’Antimafia aveva cominciato a fare affari con il mercato ittico, imponendo forniture alle pescherie e ai grossisti, oltre che con le ambulanze del 118 che lavoravano in appalto per l’azienda sanitaria locale e in ambito privato. Secondo la Dda c’era l’ombra della camorra stabiese anche nell’affare degli ormeggi nei principali scali della costiera, circostanza venuta fuori nel corso di un’inchiesta che ha portato a una decina di arresti. Mentre un’operazione che non ha portato ad arresti, perché le accuse erano molto datate, ma ha svelato gli interessi della camorra in svariati settori è Cerbero che nel corso del 2022 ha visto gli investigatori impegnati a notificare 35 avvisi di conclusione delle indagini. Un’attività enorme quella svolta dalle forze dell’ordine che ha svelato come la cosca di Scanzano negli anni passati avesse di fatto messo le mani sulla città e gettato le basi per mettere le mani sul business dei parcheggi, degli eventi, del commercio, dei funerali e di tante altre piccole attività fino ad arrivare agli appalti pubblici e privati, oltre a quelle consolidate della droga e delle estorsioni. Il 2022 però è stato anche l’anno delle scarcerazioni eccellenti – in parte mitigati da provvedimenti di esilio fuori Regione – di boss del calibro di Pasquale D’Alessandro, Raffaele Di Somma, Paolo Carolei, Antonio Inserra e Michele Onorato. Quest’ultimo è l’unico ad essere tornato in cella, dopo un periodo di libertà, dopo il ricorso vinto dalla Procura a causa di un errato calcolo sulla pena che avrebbe dovuto scontare. (c)riproduzione riservata