Il brand internazionale di Pompei può diventare il motore dello sviluppo di tutta l’area sud della provincia di Napoli. Ne è certo il sindaco Carmine Lo Sapio, che punta ad estendere i confini del...
Il brand internazionale di Pompei può diventare il motore dello sviluppo di tutta l’area sud della provincia di Napoli. Ne è certo il sindaco Carmine Lo Sapio, che punta ad estendere i confini del territorio verso i Comuni limitrofi, per arricchire ulteriormente l’offerta turistica nella città degli scavi e favorire l’accoglienza dei 3 milioni di visitatori che ogni anno ammirano le vestigia romane del sito archeologico. Un percorso già avviato, con un ulteriore tassello aggiunto nelle scorse settimane a seguito dell’accordo con Marina di Stabia, che si fregia ora anche della denominazione di Porto di Pompei.
Sindaco, come nasce il protocollo d’intesa con il porto turistico di Castellammare?
«Con Marina di Stabia in realtà il confronto su questo tema è partito diversi anni fa, quando non ero ancora sindaco ma cercavo di fornire il mio contributo di proposte e idee. La firma del protocollo d’intesa è arrivata in questa fase in cui tra l’altro il collettamento di tutta la rete fognaria ha reso balneabile un’ampia fetta del litorale, consentendoci di strutturare un piano per “prolungare” i confini di Pompei fino al mare».
Lei sa che questo accordo ha fatto storcere il naso agli stabiesi.
«In realtà ho letto con stupore commenti e valutazioni che non coincidono con la realtà. Associare il brand Pompei al porto turistico stabiese è un’opportunità per la nostra città che può disporre di una serie di agevolazioni e vantaggi, per Marina di Stabia che associa al suo nome ad una realtà di respiro internazionale ed anche per tutti i Comuni del comprensorio, in primis Castellammare. Non credo che il presidente di Marina di Stabia sarà in disaccordo se la proposta di estendere il protocollo d’intesa arriverà anche da parte delle istituzioni e degli albergatori di Castellammare».
In che modo gli altri Comuni potranno trarre giovamento da questo percorso intrapreso da Pompei?
«Stiamo parlando di un territorio che dispone di risorse enormi, dal mare alla montagna, passando per i paesaggi meravigliosi della costa e per le straordinarie ricchezze storiche e culturali. Fare rete vuol dire anche potenziare l’economia e lo sviluppo dell’intero territorio. E Pompei può rappresentare il fulcro e il cuore di questa crescita, il centro di un hub territoriale di straordinario interesse internazionale».
Un hub in grado di garantire la permanenza in città dei flussi turistici che approdano al santuario e agli scavi.
«L’obiettivo è proprio questo: trasformare il turismo “mordi e fuggi” in un’accoglienza di più lunga durata in questi luoghi. Pompei dispone di 1500 posti letto e non può permettersi di garantire ospitalità a tutti. Ed è così che il brand può diventare un veicolo per consentire ai turisti di pernottare in questa “area territoriale” per diversi giorni, partendo poi da qui per visitare anche le altre realtà, dalla penisola sorrentina fino alla costiera amalfitana e alle isole».
E poi c’è il tema della “città turistica”, con diversi progetti in corso.
«In questo senso devo dire che tutte le realtà del territorio ci stanno dando una mano. Tutti hanno sposato l’iniziativa dell’isola pedonale che siamo pronti ad estendere fino a via Plinio e via Roma con i finanziamenti del Pnrr, con il progetto dell’hub ferroviaria e con il piano parcheggi».
Mauro De Riso