E’ stato osservato per diverse settimane. I suoi incontri e i suoi dialoghi con i periti registrati. Ha ripercorso le tappe del massacro avvenuto nella sua abitazione dove, Reibaldi Pellegrino, ha u...
E’ stato osservato per diverse settimane. I suoi incontri e i suoi dialoghi con i periti registrati. Ha ripercorso le tappe del massacro avvenuto nella sua abitazione dove, Reibaldi Pellegrino, ha ucciso la badante della sorella con un colpo di pistola il 15 dicembre di due anni fa. L’81enne da quel giorno è stato prima detenuto in carcere poi scarcerato e destinato ai domiciliari per incompatibilità con il sistema penitenziario avendo lui 81anni e da qualche mese ospitato sempre in regime penitenziario in una struttura per anziani. Reibaldi Pellegrino è accusato dell’omicidio nei confronti di Baran Mariya: contro di lei esplose quattro colpi ma solo uno le fu fatale e in più su di lui grava l’accusa di detenzione abusiva di arma, la stessa utilizzata per uccidere la donna. Un uomo, anziano, ma che per i periti riconoscono una «pericolosità sociale in senso psichiatrico» scrivono nella perizia e aggiungono «presenta una certa stabilità e cronicità e la capacità di intendere e di volere in relazione ai fatti di causa era parzialmente scemata ma non completamente annullata». Poi sottolineano che «l’imputato è in grado di stare coscientemente in giudizio». Durante i colloqui l’anziano è riuscito anche a ricostruire e ripercorrere le tappe di quel massacro spiegando che «ho sempre tentato di avere buoni rapporti con la badante di mia sorella, anche se fosse maleducata ed imponesse a mia sorella un’alimentazione non idonea per soddisfare suoi gusti personali». Ricorda alcune delle scene aggiunge «la faceva correre con il girello rischiando di farla sentire male e voleva essere superiore a me ma alla fine non era neanche questo visto che la lasciavo comandare». Una serie di affermazioni che evidenziano come il rapporto con la donna fosse conflittuale. Lo fa mettendo infila decine di episodi che lui non avrebbe mai digerito, come svegliare la donna presto alle 5 del mattino, come prendere cibo di nascosto e nasconderlo «lo prendeva per lei, se lo dava ai bisognosi non avrei mai detto nulla» continua e ancora «mi sono rivolto a lei sempre con tono gentile e di amicizia solo perchè a mia sorella andava bene». Pi ricostruisce quel maledetto giorno «abbiamo litigato, mia sorella ha iniziato a urlare, ho preso la pistola ed ho sparato. Ho pensato che era meglio che morisse lei piuttosto che mia sorella che soffriva ed era cardiopatica». Una ricostruzione che l’anziano ha anche affidato subito dopo il massacro ai carabinieri che lo arrestarono. Una storia nella quale Reibaldi Pellegrino non ha mai dichiarato di averlo fatto per altri scopi ma solo per i continui litigi e per come, a suo avviso, la donna, trattava la sorella. Un rapporto conflittuale finito al centro della perizia che inchioda da una parte l’uomo ma che sottolinea che «con cure e assistenze mediche può ristabilire il suo stato psichiatrico». Per ora resta ancora nella casa anziani in regime di domiciliari.
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