I commissari di #SanGiuseppeVesuviano istituiscono un pool per dar seguito a 250 atti ignorati
La prima cosa che i commissari straordinari hanno notato, una volta insediatisi in municipio, è stata una montagna di atti che per anni sono stati ignorati dalla vecchia amministrazione comunale. Fatture non pagate, debiti fuori bilancio che non sono stati onorati e un elenco di fornitori che ogni giorno – e lo fanno ancora oggi – bussavano alla porta della struttura di piazza Elena d’Aosta. Un via vai continuo, spesso tradotto in contenziosi davanti ai giudici capaci di «aggravare» l’esborso economico per le casse pubbliche, che è finito al centro del primo provvedimento varato dalla squadra di governo inviata dal Ministero dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose della vecchia amministrazione comunale. Così la scelta dei commissari – i viceprefetti Aldo Aldi e Agnese Scala e il dirigente a riposo Antonio Scozzese – è stata quella di avviare un piano per «smaltire» quella montagna di debiti per evitare che i conti del Comune si avviassero verso un tunnel senza via d’uscita. Il primo passo è stato quello di istituire un pool di funzionari che si dedicassero soltanto a questo. E dopo aver constatato che i fondi in bilancio per regolare i conti con tantissimi imprenditori e cittadini di San Giuseppe Vesuviano, e non solo, ci sono, sono stati pagati gran parte dei debiti che la vecchia gestione politica aveva deciso di accantonare. Oltre mezzo milione è stato già sborsato, restano quelli relativi alla gestione delle politiche sociali: un macigno su cui si sta cercando ancora di lavorare. Complessivamente è stata trovata una montagna di debiti per 4 milioni di euro che in questi primi mesi i commissari stanno cercando di pagare. Oltre duecento – dei 250 atti che dovevano essere onorati – sono stati già liquidati: un segnale importante verso una bonifica delle casse che rientra tra i punti essenziali della commissione straordinaria che da giugno guida il municipio di piazza Elena d’Aosta. Lo sblocco dei fondi per il pagamento dei debiti fuori bilancio ha rappresentato un passo fondamentale nell’inseguire una discontinuità con il recente passato. “L’eredità” lasciata dall’amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Vincenzo Catapano ha pesato come un macigno sull’operato dei prefetti inviati da Roma dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose deciso dal consiglio dei ministri a inizio giugno scorso. Una volta chiusi i conti con il passato si potrà riprendere in mano anche opere e provvedere agli innesti da inserire nella pianta organica dell’Ente, anche quella ridotta all’osso e ulteriormente rallentata nel corso degli ultimi mesi perché l’attenzione dei settori s’è concentrata sulla questione dei debiti lasciati in «eredità» dalla vecchia squadra di governo locale. Era stato proprio questa enorme mole di pagamenti da effettuare a bloccare una serie di attività in passato, come certificato anche dai Revisori dei Conti del Comune nelle ultime relazioni finite all’attenzione dell’amministrazione politica prima e prefettizia poi. Quanto fatto in questi mesi sarà al centro di una relazione da inviare al Ministero dell’Interno prossimamente e tra le righe del report i commissari dovranno indicare anche le prossime emergenze da affrontare per il territorio.