Il Vescovo Francesco Alfano fa il punto sull’impegno della Chiesa che sta andando avanti per invitare i cittadini a interessarsi della vita politica e amministrativa di Castellammare.
«Il nostro percorso nasce dal bisogno delle comunità parrocchiali locali di stare dentro un cammino cittadino, di presa di coscienza di responsabilità nei confronti della città, perché la sua vita riguarda tutti». Il Vescovo Francesco Alfano fa il punto sull’impegno della Chiesa che sta andando avanti per invitare i cittadini a interessarsi della vita politica e amministrativa di Castellammare. «Ci siamo sentiti interpellati io con i parroci e un gruppo di laici che hanno partecipato nel dire di dare la possibilità chi vuole di confrontarsi sulle tematiche che ci toccano da vicino e che ci possono aiutare nell’assumerci delle responsabilità sul bene comune – spiega il vescovo – Il nostro cammino è uno spazio pubblico di confronto, per preparaci un domani anche per interloquire con la politica e i politici, logicamente senza essere un gruppo di forza potere». Lunedi scorso è andato avanti il percorso promosso dalle parrocchie locali e dal Vescovo Alfano “Tutti Chiamati a Remare insieme”, un’iniziativa volta “al confronto e alla riflessione su quello che è accaduto a Castellammare”. La seconda tappa di un percorso iniziato il 24 ottobre e che il 21 novembre ha visto la sua prosecuzione: «I nostri incontri sono aperti a tutti – dice il vescovo- per sviluppare un laboratorio di pensiero per la rinascita della città e riavvicinare il cittadino alla vita politica. Hanno partecipato giovani e anziani anche con idee politiche differenti. La Chiesa non entra nella politica, ma ben venga che un cittadino coinvolto in passato o verrà coinvolto in futuro nella politica partecipi ad un nostro incontro». Problema che tocca molto attualmente la città è la questione del rischio idrogeologico del Faito e del lungomare di via Alcide De Gasperi, in settimana l’associazione Post Fata Resurgo ha affisso uno striscione sulla porta di Palazzo Farnese e consegnato più di mille firme per chiedere la pulizia immediata delle vasche borboniche: «Abbiamo dei ritardi gravi, per cui le risposte devono essere immediate – dice il vescovo – Ci sono interventi da fare immediatamente e altri a lungo termine. Stiamo sentendo di situazioni rimandate nel tempo, chiudendo l’occhio all’abusivismo e questa strage del territorio che per lungo tempo è stata fatta sotto i nostri occhi e che su cui poi paghiamo conseguenze drammatiche. Non possiamo più tacere e rimandare il problema perché c’è in gioco la vita e il benessere delle persone e dei rioni». Michele De Feo