Ilaria Esposito, segretaria dei Giovani Democratici di Napoli, come vive la componente giovanile il dibattito che si è aperto nel PD?
«Con grande attenzione e voglia di mettersi in gioco, ed è più ...
Ilaria Esposito, segretaria dei Giovani Democratici di Napoli, come vive la componente giovanile il dibattito che si è aperto nel PD?
«Con grande attenzione e voglia di mettersi in gioco, ed è più che mai necessario tener conto dell’enorme patrimonio costituito dalle nuove generazioni. Non è una mera questione anagrafica ma l’occasione di dare alla forma partito un’organizzazione che valorizzi e responsabilizzi al meglio tutte e tutti i componenti della comunità democratica».
A febbraio ci saranno le primarie: alcuni leader campani, però, chiedono una fase costituente e non uno sterile dibattito sui nomi. È d’accordo?
«Assolutamente sì. Avere nomi capaci di esprimere una leadership forte è importante, ma non si può non tener conto di ciò che è successo negli appuntamenti elettorali recenti: occorre costruire una risposta politica chiara».
Si è aperto anche un dibattito all’interno del centrosinistra: diventa necessario aumentare la partecipazione alla vita politica delle donne. Possono bastare solo le quote rosa?
«Le quote rosa sono necessarie ma non sufficienti alla partecipazione delle donne alla politica, tanto nella politica istituzionale quanto in quella dei partiti. La partecipazione delle donne è fondamentale per una forza progressista, ma è altrettanto importante definire bene modalità e strumenti a disposizione delle donne: penso all’adeguamento ai tempi della vita delle donne per una programmazione partecipata ed aperta sul lavoro necessario a portare avanti le battaglie per diritti, autodeteminazione».
Lei rappresenta come GD l’universo giovanile che ruota attorno alla politica. Quanto vi sentite lontani dal “mondo dei grandi”?
«Ribalterei la domanda: quanto può essere vicina “ai piccoli” una classe politica cresciuta in un contesto completamente estraneo a quello che un giovane oggi si trova a dover vivere quotidianamente (dal diritto allo studio, alla ricerca dell’emancipazione, dalla ricerca di una casa accessibile, alla creazione di una famiglia)? Non abbastanza. Negli ultimi anni, in modo drastico e repentino, sono cambiati il mondo e la società, ma gli approcci e le interpretazioni delle classi dirigenti non sono evoluti. La tenacia, la preparazione e la grande empatia che nasce spontaneamente tra i giovani pari sono un potenziale non del tutto impegnato dai “grandi”, e che reputo utile anche a rivoluzionare durata e qualità dell’etichetta “giovane».
Alle ultime Politiche abbiamo assistito anche a scene imbarazzanti: politici di 80 anni fare video su tik tok come dei ragazzini. Quanto i social stanno imbarbarendo questo dibattito?
«Non credo che l’uso dei social da parte dei “Boomer” imbarbarisca il dibattito. I social sono uno strumento, i messaggi che vengono veicolati attraverso il loro utilizzo, invece, possono essere una vera e propria violenza. I giovani sono molto attenti e molto sensibili ai messaggi: non conta quanto vuoi essere simpatico se vuoi fare disinformazione o veicolare messaggi di odio. I giovani non ci cascano».
Ci sono diverse realtà sul territorio dove, purtroppo, la politica non riesce a mettere un freno all’argine della camorra. Come vivono i GD questa difficoltà? E cosa potete fare voi? «
La lotta alla criminalità organizzata è un tema molto sentito, al mezzogiorno in particolare è più scottante dati gli scioglimenti di ancora troppe amministrazioni: come GD cooperiamo con tante associazioni che operano per la promozione della legalità, contribuendo alla formazione della comunità educante e monitorante».