I percettori del reddito di cittadinanza iniziano a contare i giorni che li separano dal 2023. Secondo la riforma voluta da Giorgia Meloni, per il prossimo anno, il numero massimo di mensilità previs...
I percettori del reddito di cittadinanza iniziano a contare i giorni che li separano dal 2023. Secondo la riforma voluta da Giorgia Meloni, per il prossimo anno, il numero massimo di mensilità previste saranno otto e non dodici. Dal 2024, poi, la misura sarà cancellata. Una situazione che investe come uno tsunami soprattutto la Campania. Coloro che usufruiscono del reddito di cittadinanza sono, secondo l’Inps, 318 mila circa per una platea di quasi 830 mila cittadini per un importo medio dell’assegno mensile percepito che si avvicina ai 700 euro. Nella regione campana si trova il 25,6% dei percettori di reddito che sono stati indirizzati ai servizi per il lavoro pari a quasi 240mila persone. Tra questi, sempre secondo l’Anpal, i soggetti al Piano per il lavoro, dunque coloro che sarebbero occupabili, sono il 70% . Dal prossimo anno, quindi, 165 mila «occupabili» dai 18 ai 65 anni perderà il reddito di cittadinanza.
Il parere del Caf. «Sicuramente assisteremo a una catastrofe dal punto di vista dei numeri – dichiara Marica Miranda che gestisce un Caf a San Giuseppe Vesuviano – ma devo anche dire che fino a questo momento il reddito di cittadinanza è stato solo un parcheggio per i disoccupati». I centri autorizzati di assistenza fiscale, infatti, sono in prima linea nel bene e nel male per la gestione delle richieste del reddito di cittadinanza. «Ci siamo accorti – spiega la Miranda – che non ha funzionato la parte delle politiche attive del lavoro. Si è preferito continuare a dare soldi senza preoccuparsi, invece, di riorganizzare il sistema legato alla rioccupazione di chi è senza lavoro». Soprattutto in Campania il taglio dei percettori potrebbe essere drastico. Senza considerare che nell’area Vesuviana, secondo i dati in possesso dell’Inps, l’accesso al reddito di cittadinanza è stato una sorta di “calmiere sociale”. «Quando arrivano da noi è chiaro che ci rendiamo conto delle situazioni: ci sono casi per i quali il reddito di cittadinanza è essenziale, ma ci sono anche altri casi, invece, in cui è evidente che quelle persone potrebbero lavorare tranquillamente» conclude Marica Miranda.
I numeri in provincia. A Castellammare, giusto per fare un primo esempio, sono circa duemila i percettori del reddito di cittadinanza. E almeno altri mille hanno presentato istanza e sono in attesa dell’ok definitivo. Tra i grandi comuni spicca il dato di Torre Annunziata, dove per poco non si tocca quota 3mila per i percettori del reddito di cittadinanza. A Torre del Greco, erano 2.500 i beneficiari all’ombra del Vesuvio: un numero aumentato nel corso degli anni, fino a sfondare quota 3.000. In pratica, il 10% delle famiglie residenti nella quarta città della Campania. Nei comuni della cosiddetta cintura del vesuviano (Boscoreale, Boscotrecase e Trecase) sono numerosi i cittadini che hanno accesso al reddito di cittadinanza. A Boscoreale, la città con il numero più alto di abitanti (26.043), i percettori sono circa 2000 pari al 7 per cento. A Boscotrecase su 9.671 abitanti, sono circa 300 i percettori del reddito pari al 3 percento della popolazione. Ma è Trecase, quasi a sorpresa, ad avere la percentuale più alta di percettori rispetto al numero di abitanti. Su 8.562 residenti, sono ben 700 le famiglie che hanno accesso alla misura di sostegno economico, pari all’8 percento, a testimonianza del fatto che l’indigenza, in taluni casi, è apolide. Oltre tremila beneficiari tra i Comuni di Poggiomarino, Terzgino, Striano, San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano, dove le richieste sono aumentate nell’ultimo periodo. Ma la città che conta il maggior numero di beneficiari è San Giuseppe Vesuviano con 880 persone che hanno chiesto e ottenuto il sussidio.