Marijuana sequestrata in un fondo di proprietà di Ciro D’Auria Fermati anche i complici Carmine Inserra e Michele Angellotti
Scoperta una filiera di droga attivata nella contrada Farini a Viggiano, un piccolo paesino in provincia di Potenza. Ben 23 chili di marijuana sono stati sequestrati dai carabinieri della locale stazione e tre gli arresti eseguiti al termine del blitz tra i boschi al confine con Moliterno. La holding del malaffare era stata realizzata nella proprietà del papà di Ciro D’Auria, pregiudicato di Gragnano trovato sul posto durante i controlli dei militari, insieme ai due complici Carmine Inserra e Michele Angellotti, questi ultimi residenti a Castellammare di Stabia. Dopo aver monitorato la zona sospetta, i carabinieri di Viggevano sono entrati in azione sorprendendo i tre uomini impegnati nella fase di essiccazione e imbustamento della marijuana. E’ quanto accadeva il 7 novembre scorso, nei paraggi di un casolare che, secondo gli investigatori, sarebbe stato utilizzato per stipare i grandi quantitativi di droga prodotti proprio in un fondo agricolo della contrada Farini. Tolti a tre narcos, di cui uno incensurato, 34 sacchetti già pressati di droga del peso di 13 chili, altri 9 chili di erba sfusi e 9 piante ancora da raccogliere di altezza variabile tra i 1,20 e 1,80 metri, coltivate in un terreno a ridosso di un ruscello e irrigate tramite tubi e una pompa idraulica. Un sistema che, in effetti, è da anni utilizzato per la produzione di marijuana sui monti Lattari e esportato dai contadininarcos anche fuori i confini della Campania. Una tecnica collaudata diventata un marchio di fabbrica degli esperti del pollice verde dei Lattari. Dopo una notte in cella, nel carcere di Melfi, per Ciro D’Auria, con precedenti per lesioni, sono stati disposti i domiciliari e il 39enne è così tornato nella sua abitazione nella zona collinare di Aurano a Gragnano. Invariata, invece, la misura cautelare per Carmine Inserra, 40enne di Castellammare di Stabia, condannato in precedenti processi per estorsione aggravata, spaccio e sottoposto alla sorveglianza speciale. Insospettabile perché incensurato, lo stabiese Michele Angellotti è attualmente libero indagato. Il trio di contadininarcos, difesi dall’avvocato Francesco Schettino, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere restando in silenzio davanti ai pm, e per adesso dovranno rispondere dell’accusa di detenzione di droga a fini di spaccio, aggravate dal quantitativo sequestrato dai militari pari a 23 chilogrammi.
Elena Pontoriero