L’aveva promesso in campagna elettorale, anche se poi era stata costretta a raddrizzare il tiro. Giorgia Meloni, però, nel momento in cui si è trattato di varare la manovra economica, la prima del suo Governo, è andata diritto per la sua strada ed ha riformato la misura del reddito di cittadinanza. Sulla base delle nuove norme, dunque, saranno 404mila i nuclei familiari interessati dalle nuove regole sul Reddito di cittadinanza introdotte dalla manovra di bilancio. Secondo quanto calcolato nella Relazione tecnica alla misura, i dati Inps indicano in 1,039 milioni il numero medio annuo dei nuclei beneficiari: di questi i nuclei interessati sarebbero appunto oltre 400mila, mentre 635mila non sarebbero toccati. Le novità stabiliscono che nel 2023 i percettori occupabili tra 18 e 59 anni percepiscano il sostegno per massimo 8 mensilità. Restano esclusi i nuclei con la presenza di minori, di anziani sopra i 60 anni e di disabili. Chi può, lavorare, dunque a partire dal 2024 non riceverà alcun sussidio dallo Stato. Anche se la premier ha anche annunciato la presentazione, per quella data, di altre forme di aiuto alla disoccupazione. Sul reddito di cittadinanza, “siamo fedeli ai nostri principi, si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro” le parole di Giorgia Meloni nella conferenza stampa di ieri. “Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni. C’è gente che lo prende da tre anni, evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all’infinito, io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro” ha tuonato la Meloni. Con le nuove regole sul Reddito di cittadinanza sono stati “messi in sicurezza coloro che hanno condizioni di difficoltà ulteriore, i nuclei con minori, disabili, anziani e donne in gravidanza”. Lo ha assicurato la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in conferenza stampa sulla manovra. “C’è un collegamento con la formazione, c’è il passaggio dal sussidio all’attivazione, non come richiamo ma come percorso obbligatorio”, ha aggiunto, precisando anche altri elementi: il lavoro stagionale è reso compatibile entro 3.000 euro con il reddito; saranno intensificati i controlli e il beneficio decadrà dopo il rifiuto di un’offerta congrua. “Stiamo lavorando per rivedere tutto il sistema dei controlli. Il fatto che si utilizzi l’autocertificazione è dato dal fatto che i controlli venivano fatti ex post perché la tempistica di corresponsione (30 giorni) non consentiva un controllo puntuale. Stiamo parlando anche con l’Inps per cercare di mettere a sistema i controlli utilizzando al meglio le informazioni e le banche dati”. Inoltre, ha detto, “ci sarà un’attenzione specifica per verificare l’effettiva presenza sul territorio italiano dei percettori nel caso siano lavoratori stranieri e sarà fatto coinvolgendo l’Inps”. Gli aiuti al Sud, però, non mancheranno. “Abbiamo già provveduto a notificare alla Commissione europea la prosecuzione di interventi di decontribuzione al Sud che anche per il 2023 intendiamo portare avanti”, ha spiegato la ministra del Lavoro. Calderone ha quindi ribadito l’intervento in legge di bilancio per la decontribuzione a favore di donne, giovani under 36 e percettori di reddito. La decontribuzione “per scelta”, ha aggiunto, è destinata “a incrementare l’importo netto della retribuzione dei lavoratori”.
CRONACA
23 novembre 2022
Il Governo cancella il reddito di cittadinanza: assegni tagliati già nel 2023