Dopo la scoperta di una moglie del boss tra i beneficiari, a #TorreAnnunziata scattano nuovi controlli
Ripartono i controlli a tappeto per il reddito di cittadinanza e questa volta nel mirino finiscono coloro che sono stati contattati dai centri per il collocamento e dal Comune di Torre Annunziata ma hanno rifiutato di lavorare. E’ questa la nuova linea dura sulla quale sono stati avviati accertamenti perché il numero troppo elevato di percettori di reddito sarebbe diventato ingestibile per i funzionari. E così, dopo l’ultimo scandalo e l’operazione della guardia di finanza che ha scoperto che persino la moglie di un boss detenuto per associazione mafiosa che percepiva il reddito, forze dell’ordine e ed enti preposti deciso di alzare l’asticella dei controlli. Dopo la denuncia della sospensione del reddito, le disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza prevedono infatti la stop alla corresponsione del reddito, con un provvedimento del giudice, nei confronti del beneficiario o del richiedente cui è applicata una misura cautelare. Questo avviene anche dopo la convalida dell’arresto o del fermo. La legge prevede anche dei meccanismi di rideterminazione degli importi del reddito di cittadinanza a carico del beneficiario qualora, all’interno del suo nucleo familiare, ci sia una persona sottoposta a misura cautelare. Per questo motivo, sono stati disposti a tutti i comandi e reparti dell’intera provincia partenopea di effettuare accertamenti economici sul conto delle persone sottoposte a misure precautelari (gli arrestati e i fermati). Inoltre si procede anche su un altro fronte: i furbetti saranno obbligati anche alla restituzione della somma ottenuto come beneficio ma illecitamente. Non è la prima volta che vengono denunciati furbetti e la città di Torre Annunziata resta in cima al numero dei truffatori, un dato che si unisce alle altre inchieste portate avanti anche dalla finanza e che continuano a sottolineare il numero di acquisizioni indebite di reddito di cittadinanza. C’è anche da capire se ci sia il coinvolgimento dei Caf che sia stato indotto dai cittadini o una cattiva pratica degli stessi operatori. Si incrociano i dati dell’utente con quelli del Caf da cui è partita la domanda d non è escluso che nelle prossime ore siano gli stessi a finire nei guai. Una cattiva abitudine che sembra non tramontare e al contrario continua a coinvolgere decine e decine di persone. Secondo uno degli ultimi report sono oltre 2200 le persone che a Torre Annunziata percepiscono il reddito di cittadinanza su poco più di tremila istanze presentate agli uffici di assistenza fiscale. Numeri tra i più alti della provincia.