Torre del Greco. «Chi controlla il controllore?» è l’interrogativo partito in decine di occasioni dai banchi dell’opposizione di palazzo Baronale con riferimento allo «stretto rapporto» intrecciato dalla super-dirigente Claudia Sacco con i vertici della ditta Buttol, il colosso ambientale a cui l’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba aveva affidato la gestione della raccolta dei rifiuti all’ombra del Vesuvio. Una domanda apparentemente provocatoria, ma capace di centrare in pieno il bersaglio. Perché in realtà – secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo, titolare della nuova inchiesta sullo scandalo rifiuti a Torre del Greco – le verifiche sul corretto svolgimento del capitolato d’appalto della Nu sarebbero state falsate dalle «soffiate» della stessa Claudia Sacco ai vertici della ditta Buttol.
La cimice nella stanza
L’inquietante episodio emerge dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta. Sono le 12.01 del 20 febbraio 2021 – la ditta Buttol si è già «stabilizzata» sul territorio, ma le strade di Torre del Greco restano ridotte a discarica – e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Palomba, alla luce delle criticità rilevate sul territorio e delle proteste dei cittadini, programma un «blitz a sorpresa» per accertare le eventuali mancanze del cantiere Nu.
La «soffiata» alla Buttol
Un blitz a sorpresa, ma non per il colosso ambientale con sede legale a Sarno. Come captato dalla cimice piazzata al secondo piano di palazzo La Salle, infatti, Claudia Sacco «avverte» tempestivamente Feliciano Ciccarelli – responsabile della commessa per contro della ditta Buttol e principale «interfaccia» della super-dirigente – dell’iniziativa programmata dal Comune: «Domani mattina scendiamo tutti quanti a controllare il servizio, fatemi trovare tutti i dipendenti su tutte le cose». Insomma, un preavviso di 24 ore per preparare il cantiere Nu all’ispezione. E per chiarire ulteriormente il concetto, l’ex assessore alle politiche sociali «trasformata» da Giovanni Palomba in esperta ambientale – attraverso un incarico d’oro da dirigente a progetto, rinnovato due volte – invita il «controllato» a chiamare il generale dei carabinieri Franco Mottola, all’epoca presidente del consiglio di amministrazione della ditta Buttol: «Chiama già il generale – la frase «catturata» dalle cimici piazzate in municipio – e dici: guardate, così così e così». In pratica, il «controllore» avrebbe spianato la strada al «controllato» per superare senza difficoltà l’ispezione. Di qui, la decisione della procura di Torre Annunziata di contestare alla plenipotenziaria del Comune (anche) di rivelazione e utilizzo di segreti d’ufficio: «Claudia Sacco si avvaleva illegittimamente di notizie d’ufficio destinate a restare segrete – l’ipotesi di reato avanzata dal sostituto procuratore Bianca Maria Colangelo – al fine di procurare ad altri, nel caso di specie alla ditta Buttol, un indebito profitto patrimoniale rappresentato dalla mancata irrogazione di sanzioni pecuniarie conseguenti a inadempienze contrattuali».
Il rischio stangata
Per le «soffiate» a Feliciano Ciccarelli, la super-dirigente del Comune rischia – in caso di conferma delle accuse – fino a 5 anni di reclusione.
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