Quest’anno i falò nei rioni saranno vietati, come sempre. E non è ancora chiaro se ci saranno quelli organizzati dal Comune sull’arenile, per rispettare la secolare tradizione di Castellammare. Dal 2023, invece, la festa dell’Immacolata potrebbe essere festeggiata nei quartieri e ad organizzarla potrebbero essere le parrocchie, che dovrebbero fungere da collegamento tra i fedeli e il Comune. E’ quanto viene fuori da un incontro voluto dai commissari straordinari con i parroci di Castellammare, per discutere dei problemi della comunità, dell’impegno congiunto da mettere in campo per aiutare chi è in difficoltà, ma anche per mettere sul tavolo qualche idea rispetto all’Immacolata. «Abbiamo iniziato un dialogo fruttuoso», spiega don Salvatore Abagnale, parroco della chiesa dello Spirito Santo nel quartiere Acqua della Madonna che da anni si batte per i falò nei rioni. «Per quest’anno non ce la facciamo – continua il parroco – Ma l’intenzione è quella di realizzare la festa nei quartieri e di trovare anche le vie per dare la possibilità ai ragazzi di vivere una bella festa». Don Salvatore lancia anche una sorta di appello ai giovani: «Quest’anno dobbiamo rispettare quella che sarà la linea dei commissari – dice – Per l’anno prossimo, se ci mettiamo al lavoro, possiamo realizzare qualcosa di bello tutti quanti assieme». L’idea torna, dunque, a quell’ipotesi di regolamento di cui già da qualche anno si discuteva in città, prima dello scioglimento del Comune per camorra. A presentare quel documento si cui si sarebbe dovuto esprimere l’ultimo consiglio comunale fu l’avvocato Michele Starace: «Depositai un regolamento ad hoc per la festa dell’Immacolata – ricorda Starace, ex consigliere comunale di opposizione – Sono molto amareggiato, perché è veramente un peccato che una tradizione così bella venga lasciata in mano all’illegalità totale. Sia la politica negli anni passati che oggi i commissari non hanno messo mano su una cosa così bella, una tradizione così bella». Starace avrebbe voluto scrivere ai commissari: «Volevo mandargli il regolamento, per invitarli a lavorare su questo, per avere una base da cui partire – dice l’ex consigliere comunale – Penso che solo con regole certe, con un’organizzazione seria e con controlli ferrei dopo, si può togliere questa tradizione dalle mani di ogni forma d’illegalità. Soprattutto si lancia anche un messaggio a chi in passato l’ha utilizzata per fini camorristici che la festa dell’Immacolata non è la loro festa, ma della città e per questo se ne fa carico il Comune». Il regolamento proposto da Starace prevedeva l’acquisto di legna certificata, l’utilizzo di bracieri per non danneggiare le strade e l’istituzione di un palio dei falò: «Semplicemente ho guardato i regolamenti di altri Comuni che hanno tradizioni simili alla nostra e riescono a trasformarlo in un evento speciale – conclude l’ex consigliere – E’ un tema a cui sono molto legato, perché ritengo che potrebbe diventare una vera attrazione per Castellammare, senza perdere quello che è il principio religioso di questa festa».
CRONACA
15 novembre 2022
Castellammare. Falò dell’Immacolata, nasce un patto tra parroci e commissari per il 2023