«Forza Italia sta ricevendo ciò che merita. Ho letto e vedo quello che sta accadendo in un partito in cui ho militato per 15 anni. Ed è la logica conseguenza di come sono state gestite certe situaz...
«Forza Italia sta ricevendo ciò che merita. Ho letto e vedo quello che sta accadendo in un partito in cui ho militato per 15 anni. Ed è la logica conseguenza di come sono state gestite certe situazioni».
Luca Capasso, avvocato penalista, è l’ex sindaco di Ottaviano. Ha lasciato il Comune alla vigilia della scadenza del suo mandato per tentare l’avventura elettorale alle Politiche. Anche se poi non è andata bene.
Sindaco perché questo giudizio così netto e duro su Forza Italia?
«In passato all’interno di Forza Italia c’era la meritocrazia di chi lottava sul campo per le proprie posizioni e raggiungeva e difendeva degli obiettivi. Oggi quello che sta accadendo è palese: vai avanti se sei amico di, parente di, fidanzato di… Le caselle se le sono scelte per affidabilità parentale e amicale e per paura di essere traditi da chi veniva candidato. Ma alla fine sono implosi. Purtroppo quando il Cavaliere, che già ora non è quello di sempre, non ci sarà resteranno solo le macerie di questo partito».
Lei, come prevedeva la legge si è dimesso per candidarsi alle Politiche. Perché non è tornato al Comune? Poteva ritirare le dimissioni.
«Ha ragione, avrei potuto farlo. Avevo espresso l’intenzione di candidarmi in una situazione dove potevo giocarmela ma questa cosa non è avvenuta. Avevo anche avuto offerte da Calenda e da altre coalizioni, ma significava snaturare le mie idee e il mio percorso politico. A quel punto, però, ritirare le dimissioni sarebbe stato uno schiaffo alla città, era come dire ai miei cittadini che consideravo Ottaviano e il governo cittadino come una seconda scelta. Ho la fortuna di vivere del mio lavoro, la politica resta una grande passione».
Non si ricandiderà però a sindaco?
«La legge non me lo consente, ma darò sicuramente il mio contributo per la nascita di una coalizione che continui il lavoro che abbiamo portato avanti».
Ma non credo che lascerà la politica?
«Al momento il prossimo appuntamento è rappresentato dalle elezioni europee. Però subito dopo vi sarà la possibilità del turno alle Regionali. Ed è lì che i cittadini potranno, qualora volessero, decidere di dare il loro appoggio alle mie idee».
A proposito di Politiche: alla fine ha vinto Giorgia Meloni e la coalizione di centrodestra. Lei che giudizio dà di quello che l’esecutivo sta facendo fino ad ora?
«Le elezioni hanno certificato la vittoria schiacciante di un presidente eletto dal popolo. Questo è un primo fatto positivo, che conferma come Giorgia Meloni si stia muovendo bene. Non è un soggetto ricattabile, va per la sua strada e penso si farà tanti nemici per idee e posizioni. Ma se la lasciano lavorare farà bene».
Qualcuno però storce il naso pensando che nel Governo Meloni il Sud non appare molto rappresentato. E’ un limite?
«Guardi, al di là della rappresentatività e dei nomi, il problema reale è che il Sud è una locomotiva a vapore mentre il Nord viaggia in alta velocità. Evitando ogni polemica sulla questione del Ponte sullo Stretto, serve uno scatto avanti per le infrastrutture. Fare questo nel Sud Italia significherebbe migliorare l’economia e puntare con forza sulla sicurezza dei cittadini».
Intanto, ieri mattina, la Caritas sulla povertà in Campania?
«Guardi, in verità, non mi trovo coi dati: perché se c’è un’esigenza così numerica dei centri Caritas non capisco allora i numeri dei percettori del reddito di cittadinanza. La pandemia ha creato un enorme disagio sociale e l’abbiamo vissuto quando noi come comune abbiamo allestito una serie di attività per sostenere persone che lavoravano a nero»
In che senso? «In Campania il lavoro a nero mantiene le famiglie, dobbiamo dircelo senza infingimenti. Ma se ragioniamo sull’assistenzialismo non vi sarà mai luce. Io sono a favore del reddito di cittadinanza ma va modificato. Diamo l’opportunità di avere un lavoro dignitoso, con paga dignitosa e poi ragioniamo sul reddito. Magari spendiamo quei soldi dandoli all’azienda. In questo modo avremmo un doppio controllo e una maggiore sicurezza».