La battaglia del Comune di #Sorrento per recuperare i soldi dei tributi mai pagati dalle famiglie
La caccia ai morosi è già partita da tempo. E un tesoretto da 264mila euro è andato già a rimpinguare le casse del Comune. L’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Coppola ha avviato in tempi record le procedure per le verifiche e gli accertamenti sul pagamento dei tributi comunali da parte dei contribuenti sorrentini. E ha individuato centinaia di famiglie non in regola con il versamento delle somme relative a Imu, Tasi e Tari negli ultimi cinque anni. Un lavoro minuzioso, messo in campo in sinergia tra gli uffici e la società Andreani Tributi Srl, che gestisce il servizio di riscossione e accertamento dei tributi comunali. Tra luglio e settembre sono state esaminate tutte le cartelle inoltrate nel corso degli anni ai nuclei familiari, per verificare quanti fossero ad oggi i contribuenti non in regola. Ma la lotta all’evasione è andata di pari passo con la revisione delle metrature delle abitazioni e delle pertinenze, queste ultime di notevole rilevanza anche per il calcolo della Tari. Nello specifico, la società di riscossione dei tributi ha accertato 146mila euro di evasione sull’Imu, 40mila euro sulla Tasi e 78mila sulla Tari. Un numero consistente, che va ad incrementare ulteriormente gli importi già accertati all’esito delle verifiche relative alla Tasi 2016 e 2017 – il tributo sui fabbricati cancellato tre anni fa – che avevano portato alla scoperta di 196 contribuenti morosi per un totale di circa 166mila euro che il Comune di Sorrento punta a recuperare mediante i solleciti di pagamento. Discorso simile per la Tari tra il 2015 e il 2018, rispetto alla quale sono 13 le famiglie non in regola per un importo di circa 21mila euro. L’obiettivo dell’ente, d’altra parte, consisteva soprattutto nell’evitare che la prescrizione possa azzerare ogni pretesa nei confronti dei “furbetti” che hanno omesso il pagamento dei tributi comunali o hanno attestato metrature non corrispondenti al vero, confidando di farla franca. Il Comune, pertanto, ha provveduto a riscuotere le somme non versate dalle famiglie “ritardatarie” attraverso l’invio delle notifiche a domicilio, con la prospettiva di avere una somma ulteriore a disposizione anche per altre eventuali opere pubbliche da realizzare sul territorio. La linea dura che l’amministrazione comunale ha scelto di adottare, tra l’altro, si innesta sul solco di un percorso avviato già nei mesi scorsi nei confronti di alcune aziende cittadine che avevano perso i ricorsi sulle sanzioni comminate nel 2017 e non avevano ancora saldato il conto con l’ente. Un’attività che va ancora avanti con ulteriori accertamenti nei confronti di esercizi di ristorazione e bar, b&b e case vacanza che svolgono servizi non conformi con quelli che hanno dichiarato nella Scia approvata dal Comune. Le verifiche e le multe, in ogni modo, producono anche un guadagno per la società di riscossione, che vanta un aggio del 16% sulle somme effettivamente riscosse dopo il mese di giugno 2021 e un aggio del 20% sulle riscossioni antecedenti a quella data. E che si appresta dunque ad incassare circa 50mila euro.