La sentenza dei giudici di #TorreAnnunziata su una storia di abusi e violenze su una donna di #TorredelGreco Condannati due ragazzi di #Castellammare
Si sono appartati con una donna di Torre del Greco alla periferia di Pompei e nonostante lei ci avesse ripensato sull’opportunità di avere un rapporto sessuale, ne avrebbero abusato. Per questo motivo sono stati condannati a 6 anni e 2 mesi di reclusione a testa due stabiesi di 26 e di 29 anni. La sentenza emessa dal gup del Tribunale di Torre Annunziata, Fernanda Iannone, ha riconosciuto la quarantacinquenne di Torre del Greco vittima di violenza sessuale. I fatti risalgono all’estate del 2021, quando la donna e i due stabiesi s’incontrano in un locale via Sacra a Pompei. I tre si conoscono e cominciano a parlare, poi arriva la proposta da parte dei due uomini di appartarsi per consumare un rapporto sessuale. Secondo la tesi dell’accusa la donna sale in auto con il ventiseienne e il ventinovenne stabiesi, ma appena arrivati in una zona un po’ isolata alla periferia della città mariana, ci ripensa e chiede di essere riaccompagnata al locale. Ma i due spingono per avere un rapporto sessuale contro la sua volontà, tant’è vero che all’improvviso squilla il telefono della donna, che risponde e urla: «Mi stanno stuprando». Una ricostruzione completamente opposta rispetto a quella dei due stabiesi, che hanno raccontato in aula di aver visto la donna piangere all’interno del locale e di essersi avvicinati per capire cosa fosse accaduto. La donna avrebbe raccontato loro che un uomo conosciuto attraverso una chat d’incontri le aveva dato appuntamento a Pompei, ma dopo pochi minuti l’aveva fatta scendere dall’auto lasciandola a piedi. Il dialogo sarebbe proseguito fino alla proposta di appartarsi che la donna aveva accettato e una volta in auto era cominciato il rapporto sessuale. Per quanto riguarda la telefonata ricevuta dalla donna, il ventiseienne e il ventinovenne hanno raccontato di essere stati loro a dire alla quarantacinquenne di rispondere al telefono, scendendo anche dall’auto per farla parlare in tranquillità e di essere rimasti sorpresi dal fatto che lei urlasse al telefono che la stavano stuprando e a quel punto l’avevano nvitata a scendere dall’auto. I medici che l’hanno visitata dopo la denuncia sporta dalla donna non hanno riscontrato segni di violenza, ma secondo la tesi dell’accusa la quarantacinquenne non si sarebbe ribellata perché preoccupata di possibili conseguenze, dato che era da sola con due uomini in un luogo isolato, ma di aver trovato la forza di urlare la sua disperazione solo al momento della telefonata. Una tesi condivisa dal giudice del Tribunale di Torre Annunziata, che ha condannato il ventiseienne e il ventinovenne a sei anni e due mesi di reclusione a testa. Questa la sentenza di primo grado, mentre la difesa ha già annunciato appello. Durante il dibattimento era emerso che la donna avesse denunciato di essere stata vittima di violenza in altre due occasioni, ma in entrambi i casi le persone accusate erano state assolte dai giudici del Tribunale di Torre Annunziata. Stavolta, invece, la sentenza di primo grado l’ha riconosciuta vittima di una violenza sessuale da parte di due uomini stabiesi. @riproduzioneriservata