Torre del Greco. Resta rinchiuso dietro le sbarre del carcere il diciannovenne arrestato lo scorso week end perchè trovato in possesso di armi e droga. A 72 ore dal blitz dei carabinieri in via Grado...
Torre del Greco. Resta rinchiuso dietro le sbarre del carcere il diciannovenne arrestato lo scorso week end perchè trovato in possesso di armi e droga. A 72 ore dal blitz dei carabinieri in via Gradoni e Canali – la traversa di collegamento tra via Fontana e corso Umberto I, cuore del centro antico di Torre del Greco – A.C. è comparso davanti al gip Antonello Anzalone del tribunale di Torre Annunziata per l’interrogatorio di garanzia. Il giovane – fino a oggi, incensurato – si è avvalso della facoltà di non rispondere, rinviando qualsiasi strategia difensiva davanti al tribunale del Riesame di Napoli. Ma, a margine della convalida del fermo eseguito dai carabinieri della caserma Dante Iovino, sarebbero emersi i primi e inquietanti retroscena della vicenda: la pistola ritrovata a casa del diciannovenne aveva il colpo in canna e, dunque, era pronta all’uso.
La rissa a Santa Croce
All’abitazione di A.C. i militari dell’Arma guidati dal capitano Andrea Leacche sarebbero arrivati al termine di un’indagine-lampo su una rissa avvenuta sabato sera – intorno alle 22 – in piazza Santa Croce. Secondo la prima ricostruzione delle forze dell’ordine, davanti alla chiesa madre di Torre del Greco sarebbe scoppiata una lite per qualche «sfottò» a un uomo in evidente stato d’ebbrezza. Improvvisamente sarebbe spuntato un coltello e un giovane – evidentemente spaventato dalla lama – sarebbe finito in terra e poi sarebbe stato colpito a calci e pugni. Di lì a qualche minuto sarebbero accorsi alcuni parenti della «vittima» con una pistola tra le mani a caccia di vendetta. Una «spedizione punitiva» immediatamente segnalata da qualche testimone della rissa al centralino della caserma Dante Iovino: in pochi minuti i carabinieri erano arrivati in piazza Santa Croce, ma i protagonisti della vicenda si erano già dati alla fuga. Attraverso le testimonianze raccolte sul posto, gli uomini in divisa erano riusciti a risalire al diciannovenne, compagno di una parente degli aggressori: risalendo il filo rosso dei legami familiari, i carabinieri avevano fatto irruzione nell’abitazione di via Gradoni e Canali in cui A.C. abita da solo. Una felice intuizione, perché – all’interno del modesto appartamento del centro antico – gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato una pistola Radom Vis35 calibro 9×21 con matricola punzonata e 34 proiettili di vario calibro. È bastato un attimo ai carabinieri per accertare come l’arma avesse il colpo in canna e fosse pronta all’uso. La pistola è stata inviata al Racis di Roma per essere sottoposta agli accertamenti del caso per verificare un suo utilizzo in fatti di sangue.
Le frodi informatiche
Non solo: in casa del diciannovenne sono state sequestrate diverse dosi di hashish per un peso complessivo di 38 grammi e trovate anche 8 carte di debito e prepagate, un «dettaglio» destinato a spalancare nuovi scenari investigativi sul fenomeno delle frodi informatiche all’ombra del Vesuvio.
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