Lo hanno preso di mira, come un bersaglio ravvicinato. Lo hanno colpito con le offese, con gli spintoni, con gli schiaffi. Lo hanno seguito e inseguito, deriso e umiliato anche sui social. Perché? Pe...
Lo hanno preso di mira, come un bersaglio ravvicinato. Lo hanno colpito con le offese, con gli spintoni, con gli schiaffi. Lo hanno seguito e inseguito, deriso e umiliato anche sui social. Perché? Per il semplice gusto di farlo. Una matricola al suo primo anno di scuola è rimasto in silenzio, per paura e vergogna, ed ha subito dall’inizio dell’anno scolastico le “attenzioni” di un gruppetto di ragazzini poco più grandi di lui. “Bulli senza gloria” che probabilmente avrebbero preso di mira anche altri ragazzi, più deboli, più indifesi. Il 14enne ha trovato poi la forza e il coraggio di raccontare tutto al padre che, per ora, si è limitato a informare le docenti e la dirigente dell’istituto. Ma la solidarietà è arrivata dai genitori che hanno deciso di alzare la voce contro tutto e tutti e smuovere quelle acque fangose e salmastre dell’indifferenza, sociale e istituzionale. Mamme e papà che, una volta appresa la notizia, hanno fatto scudo attorno alla vittima e alla sua famiglia, promuovendo per lunedì mattina un sit-in di solidarietà e denuncia contro il bullismo che si terrà davanti ai cancelli dell’istituto nel rione Gescal. Un incontro tra genitori per stabilire una lunga collaborazione, un appello, un messaggio chiaro per tutti: “… no al bullismo”. Non cercano vendetta, ma chiedono giustizia. Non vogliono dividere, ma unire. E soprattutto ascoltare e comprendere. “Basta un po’ di buona volontà e un po’ di unione tra noi genitori per aiutare i nostri ragazzi a capirsi e a rispettarsi di più tra loro. Solo così riusciremo ad evitare che non si verifichino più atti di bullismo come quello che si è consumato nei giorni passati ai danni di un nostro figlio. Noi genitori – si legge in un post pubblicato sui social per annunciare la manifestazione – siamo pronti ad aiutare il figlio che soffre in silenzio ma anche il figlio ribelle. ”. Tendere una mano, insomma, prima ancora di condannare perché nessuno deve rimanere ai margini: carnefici e vittime. L’appello è partito da una delle mamme dell’istituto che aveva vissuto un’esperienza simile prima ancora di questo episodio sul quale c’è ancora il massimo riserbo. Un grido di aiuto che si è propagato in poche ore, raggiungendo il cuore e la coscienza di tante altre famiglie non solo di Boscoreale ma anche dei territori vicini. Un segno chiaro e inequivocabile del fatto che il fenomeno è largamente diffuso e spesso sommerso, nella paura e nell’indifferenza anche di chi assiste ma fa finta di non vedere. Senza contare il silenzio delle vittime, che per paura e vergogna si allontanano sempre più. Quello accaduto al 14enne è solo la punta dell’iceberg. “Sigilleremo il nostro impegno regalando a tutti i genitori che parteciperanno una pianta in segno di unità reciproca” si legge ancora nel post Facebook che ormai è diventato virale. “Non concentriamoci solo sul singolo episodio, ma facciamo squadra tutti, genitori, insegnanti, istituzioni per sconfiggere il malessere dei nostri figli, sia di chi subisce sia di chi colpisce”. La sensazione, e l’auspicio dei promotori, è che la manifestazione possa essere un primo passo per costruire una rete tra genitori e scuola.